GIORNATA RUSSIANA
Presentazione del libro di
Enzo Rega
La coscienza dell'utopia.
Vincenzio Russo, giacobino napoletano
Edizioni L'Arca e l'Arco, Nola 2011
relazione
Prof. Aniello Montano
(Università di Salerno)
Interverranno
Anna Rainone (sindaco di Carbonara di Nola), Aniello Giugliano (sindaco di San Gennaro Vesuviano), Vincenzo Carbone (sindaco di Palma Campania)
coordinamento di
Pasquale Gerardo Santella
Sabato 19 novembre 2011 ore 17,30 - Sala Teatrale - via Municipio - Palma Campania (Napoli)
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La coscienza dell’utopia. Vincenzio
Russo, giacobino napoletano
Un libro composito, che nasce da una lunga fedeltà a Vincenzio Russo, e che raccoglie,
riorganizzandoli, testi scritti a partire dalla fine degli anni Settanta fino a
oggi, con l’ambizione di indagare in modo storico-teoretico le questioni
agitate da Russo, ma anche di sottolineare i suoi richiami alla realtà concreta,
al di là dello stereotipo dell’utopista astratto. Il giacobino Russo, infatti,
nato a Palma Campania (Napoli) nel 1770, e giustiziato in piazza Mercato a
Napoli nel 1799, fu tra gli artefici della sfortunata Repubblica napoletana,
nata da quella che Vincenzo Cuoco, suo fraterno amico, doveva considerare frutto
di una “rivoluzione passiva”, calata dall’alto ad opera di sognatori che non
avevano rapporti con il popolo (tesi questa ripresa più volte da diversi
studiosi, seppure contestata da altri). Russo, pur in un progetto
irrealizzabile nei termini da lui proposti, ma ricco di spunti significativi, aveva
ben chiara l’esigenza di operare in modo da conquistare alla repubblica
l’appoggio delle masse popolari, nel cui interesse, per lui, andava fatta la
stessa rivoluzione. Al di là delle opinioni contrarie di pur autorevoli
interpreti del suo pensiero, come i liberali Benedetto Croce e Guido De
Ruggiero, Russo sembra pensare al popolo identificandolo con le masse
diseredate, come faranno poi pensatori radicali e rivoluzionari quali Mazzini e
Pisacane, (in questo anticipando le questioni sociali che poi si intrecceranno
a quelle risorgimentali e unitarie).
Vincenzio Russo è stato dunque uno dei
protagonisti dei fermenti rivoluzionari, tesi a trasformare la società in senso
egualitario, che sconvolsero l’Italia centro-meridionale alla fine del Settecento.
Eroe che pensa e insieme eroe che agisce, all'azione concreta ha
affiancato una precoce riflessione giuridica, filosofica e politica che ha
trovato la sua più alta espressione nell’unico libro che riuscì a scrivere
nella sua breve vita: i Pensieri politici,
uscito a Roma nel 1798. Non sappiamo come Russo avrebbe potuto sviluppare le
idee contenute nei suoi scritti, e se la nuova edizione del libro da lui
progettata sarebbe stata davvero più “moderata”, come qualcuno dice. Per quanto
possiamo leggere, servendoci anche dei suoi scritti apparsi in giornali
dell’epoca, Russo propugnava una repubblica popolare di eguali, di cittadini
aventi stessi diritti e stesse opportunità, a ciascuno dei quali sarebbe
spettato, in usufrutto vitalizio, ma senza possibilità di trasmetterlo in
eredità, un appezzamento di terra sufficiente a una vita agevole, ma senza
lussi e sprechi. Lo Stato, ristretto alla dimensione della piccola città,
avrebbe visto la partecipazione politica di tutti, in una sorta di autogestione
anticipatrice di visioni socialiste o anarchiche. La proprietà privata, che
rendeva gli uomini disuguali, andava abolita, secondo Russo, attraverso un atto
radicale, rivoluzionario, che non ammettesse compromessi col passato. Per
questo, nella Repubblica napoletana, Russo, in amichevole contrapposizione a
Mario Pagano, rappresentò l'ala estremista, di sinistra, forse utopica, ma
anche consapevole del fatto che senza l'appoggio delle masse popolari,
guadagnabile attraverso una riforma agraria eversiva dei rapporti feudali, la
Repubblica non sarebbe sopravvissuta a lungo.
Russo,
strenuo difensore della democrazia, rivolse ai governanti e governati della sua
Repubblica, affinché sapessero sempre difenderla, un appello che appare oggi
ancora più attuale e le sue illuminanti considerazioni permettono di leggere, e
criticare, il presente.
Enzo
Rega,
nato a Genova nel 1958, vive a Palma Campania (Napoli) dove insegna Scienze
Umane nel locale liceo e collabora con l’Università di Salerno. Si occupa di
filosofia, letteratura e critica della cultura. Scrive su molte riviste, tra
cui “L’indice dei libri del mese ”, e ha pubblicato diversi volumi.
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