Già dalla prima raccolta dell’irpina Claudia Iandolo, Aegre Elio Sellino editore, 2004), ci vengono incontro le cose, in un linguaggio che mantiene l’urgenza di dire senza compromettere la cura della scrittura, che pure va avvicinandosi alla quotidianità stenografata.
Poesia di estrema sorveglianza la definisce Giuseppina Luongo Bartolini nella prefazione, parlando di una teoria dello sguardo, che, divoratore, sceveratore attento, insegue un mondo che pure resta fuggente/sfuggente.
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