Perché?

Perché questo blog?
Per chi ama ancora la galassia Gutenberg?
Per chi ha paura dell'invasività della tecnica disumanizzante?
Per chi ritiene indispensabile ancora la cultura umanistica?

Affinché la tecnica sia davvero mezzo e non fine

giovedì 4 dicembre 2008

Copioni: da Galimberti a Sgarbi

.
Uno studente sorpreso a copiare si può vedere annullato il suo compito. Eppure, ecco due "specialisti" del calibro del filosofo Umberto Galimberti e Vittorio Sgarbi scoperti con le mani nel sacco, ovvero nei libri altrui. Galimberti per un libro sui giovani del quale ci siamo occupati anche in questo blog. Sgarbi per un libro, mi pare, su Botticelli firmato da lui ma scritto... dalla madre (sic!), che l'ottimo figlio non ha esitato a incolpare per scagionare se stesso. Che esistessero i famosi ghost writers si sapeva. Un po' meno che intervenissero in tale ruolo solerti e amorevoli madri. Dunque, Sgarbi ha intascato un bel po' di soldi, immaginiamo, per firmare un lavoro che non ha scritto lui, e poi, per non ammettere di essere incorso lui nel grave reato di plagio, ammette che il volume non era opera sua... Nessuno pensa di ritirare l'assegno pagatogli? Come agli studenti colti in fallo si ritira il compito?

mercoledì 3 dicembre 2008

Aniello Montano a "Metart" - Ottaviano

.
Solitudine e solidarietà
Saggi su Sartre, Merleau-Ponty, Camus

Con Emanuele Kant, ma anche prima, c’erano degli assiomi intorno ai quali giravano le analisi sull’esistenza. Si partiva dal presupposto che la Storia avesse una sua dinamica che, prescindendo dagli interventi individuali, grazie ad una tensione intrinseca, perseguisse il progresso, pur in presenza di egoismi individuali. C’è un legame tra Storia e Natura così profondo, da far immaginare la Storia come il teatro dove la Natura dispiega tutti i suoi fini. L’uomo, pur libero di esprimere tutta la sua individualità, provoca delle azioni che saranno irretite dalla Storia per delle sue dotazioni istintive, comuni alla Natura, per questo, finiscono per perseguire fini comuni. Con Hegel la faccenda non cambia: la Natura diventa Idea, per cui, nella contrapposizione fra idee individuali, sopravviene una sintesi di superamento che è già essa stessa dinamica, facendosi tesi che si scontrerà con una sua alterità, in un obbligato gioco progressista. Con Kierkegard la faccenda cambia. L’uomo entra nella Storia senza trovare canali obbligati. I fini che egli insegue sono solo possibili e dipendono dalle sue azioni. Può scegliere la strada da intraprendere ma non sarà mai sicuro di raggiungere la meta prefissata. L’uomo quindi è solo e la sua solitudine si appesantisce di una responsabilità drammatica fatta di scelte libere ma insicure negli esiti.
Parte da queste basi il libro di Aniello Montano ordinario di Storia della filosofia nell’Università di Salerno. Si tratta di SOLITUDINE E SOLIDARIETA', saggi su Sartre, Merleau-Ponty e Camus edito da Bibliopolis. Il libro è stato presentato venerdì 28 novembre alla galleria Metart di Ottaviano, in un ambiente dove erano in mostra, ceramiche d’autore di Michela e Enzo Angiuoni. Uno scenario splendido riscaldato da un pubblico appassionato e competente. Gaetano Romano n’è stato curatore attento, ma anche relatore preciso e chiaro di passi significativi di alcune opere dei tre filosofi. Enzo Rega ha spiegato la dinamica che assumeranno le categorie di Solitudine e Responsabilità nella filosofia che da Kant, attraverso Kierkegaard, porterà al fallimento del tentativo che i filosofi atei francesi producono alla ricerca di una via buona per risolvere la drammaticità dell’esistenza umana. Sartre, Merleau-Ponty e Camus tentano ognuno a suo modo, di sottrarre l’uomo al cappio della sua individualità e della sua solitudine. Consapevoli della precarietà dell’esistenza e dell’assenza d’ogni metafisica, le provano tutte per alleggerire la solitudine umana cercando sentieri utili per rapporti collaborativi. Alla fine è intervenuto Aniello Montano che, con la sua parola acutamente semplice, ha tracciato l’itinerario dei vari tentativi che i tre autori hanno eseguito per offrire ad un’umanità alla deriva, una qualche bussola con un possibile punto di riferimento.
Salvatore Violante
(pubblicato su Il Gazzettino Vesuviano, n. 40 nuova serie, 4 dicembre 2008)

leggi la relazione di Enzo Rega su