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Per chi ama ancora la galassia Gutenberg?
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Affinché la tecnica sia davvero mezzo e non fine

lunedì 27 settembre 2010

marco de carolis: Il mare dell'acqua non ha colore

marco de carolis: Il mare dell'acqua non ha colore: "<..."

"Gradiva" Rivista internazionale di poesia n. 37/38 - 2010

Gradiva
International Journal of Italian Poetry
The State University of New York at Stony Brook

number 37/38 - Spring/Fall 2010

Contributors
(Contributi di:)

Domenico Alvino - Ignazio Apolloni - Paolo Baioni - Maria Caterina Basile - Antonello Borra - Luigi Cannillo - Andrea Carnevali - Patrizio Ceccagnoli - Leonard J. Cirino - Fabio Dainotti - Milo De Angelis - Paolo Donini - Luigi Fontanella - Tiziano Fratus - Marco Furia - Monia Gaita - Bruno Galluccio - Aldo Gerbino - Antonietta Gnerre - Idolo Hoxhvogli - Mario Inglese - Letizia Leone - Jacopo Masi - Carlangelo Mauro - Luigi Menozzi - Giorgio Mobili - Alessandro Monticelli - Ivano Mugnaini - Franco Nasi - Joey Nicoletti - Massimo Pastore - Plinio Perilli - Elisabetta Pigliapoco - Giancarlo Pontiggia - Daniela Rampa - Pamela Rasso - Enzo Rega - Lidia Riviello - Vito Riviello - Paolo Saggese - Daniele Santoro - Cristiano Serricchio - Cristina Sparagna - Susan Stewart - Francesca Strazzi - Salvatore Violante - Ciro Vitiello - Bruce Dale Wise - Thomas Wisniewski




venerdì 24 settembre 2010

I racconti di Paolo Ruffilli a Vicenza





INCONTRO
CON L’AUTORE
Contrà Pusterla, 14 - Vicenza
Tel. 0444 022746
mondadorivicenza@libero.it
Libreria Mondadori


PAOLO RUFFILLI
presenta il suo libro
UN’ALTRA VITA
Fazi Editore

venerdì 8 ottobre
ore 18.30

Dialogherà con l’autore
Alberto della Rovere
di Cartacanta




lunedì 20 settembre 2010

Scuola e Gelmini

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In un saggio l'analisi di un declino culturale che sancisce la fuga nelle private. Dal rilancio del 1985 allo smantellamento della Gelmini: ora anche l'istruzione primaria è al collasso. Il caso dell'istituto del Bresciano, ancora polemica.

leggi su Repubblica.it


Sant'Anastasia (Napoli): I NUOVI APPUNTAMENTI DEL CIRCOLO LETTERARIO ANASTASIANO

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I NUOVI APPUNTAMENTI DEL CIRCOLO LETTERARIO ANASTASIANO

In programma nuovi importanti appuntamenti del Circolo Letterario Anastasiano di Giuseppe Vetromile per il prossimo autunno. E’ infatti in fase di preparazione una serie abbastanza fitta di incontri con la narrativa, la saggistica e la poesia. Si comincerà dunque il prossimo 6 ottobre, con la presentazione di un interessante racconto, intitolato “La pergamena bianca”, scritto da Giovanni Scafaro e Ornella Borriello. “La pergamena bianca” è una piacevolissima storia d’amore e passione per la vita: è la presa di coscienza di una giovane donna della sua vera identità, che la porterà all’indipendenza, ma con la consapevolezza che raggiungere la meta costa duri sacrifici. A presentare il libro sarà Raffaele Urraro, noto poeta e saggista.

La settimana successiva sarà la volta di un altro libro, un saggio romanzato, dal titolo “Una leggenda chiamata Sole e Aratro”, di Davide Battipaglia. Narra la storia di Filippo Masi, sindaco beneamato di San Vitaliano per un lunghissimo periodo, dal dopoguerra fino ai giorni nostri. Ne parlerà ampiamente, oltre all’Autore stesso, il giornalista Francesco Gravetti.

Ai primi di novembre sarà invece presentato “Buona Bella Brava”, un racconto davvero originale della scrittrice e poetessa Vera D’Atri; relatore sarà Enzo Rega, poeta e critico.

Ma non mancheranno gli appuntamenti con la poesia: il Circolo Letterario Anastasiano ha infatti programmato per la seconda metà di ottobre un incontro con i Poeti giovani del nostro territorio vesuviano, una vera e propria rassegna dei talenti poetici nascenti e in qualche caso già affermati anche a livello nazionale.

Le attività letterarie proseguiranno inoltre con la terza edizione del concorso nazionale di poesia e narrativa “Il filo della memoria”, organizzato in collaborazione con il Centro Sociale Anziani di Madonna dell’Arco, e per il quale è stato richiesto, come per le trascorse edizioni, il patrocinio del Comune di Sant’Anastasia.

Il Circolo Letterario Anastasiano desidera ringraziare gli Autori e i collaboratori, in particolare il Centro Sociale Anziani di Madonna dell’Arco, per la stima e per il sostegno morale che sempre hanno dimostrato, e per l’incoraggiamento a proseguire con presentazioni e incontri, appuntamenti importanti per la cultura anastasiana e del nostro territorio vesuviano.

Giuseppe Vetromile



sabato 18 settembre 2010

Le poesie di Claudio Damiani a Roma


In occasione dell'uscita in libreria di POESIE di
Claudio Damiani
la Fazi editore vi invita all'evento:

''CHE BELLO CHE NON SIAMO ETERNI''


CINEMA NUOVO SACHER

ROMA, 27 SETTEMBRE, ORE 21
LEGGERANNO LE POESIE DI CLAUDIO DAMIANI:

Piera degli Esposti, Valerio Magrelli, Paolo Repetti, Valentina Carnelutti, Sandra Petrignani, Nada Malanima, Monica Guerritore, Davide Rondoni, Luca Archibugi, Cecilia Dazzi, Roberto De Francesco, Ubaldo Lo Presti, Paolo Conti, Rosetta Loy, Valentino Zeichen, Francesco Siciliano, Marco Lodoli, Mauro De Angelis, Simona Marchini, Roberta Torre, Cosimo Cinieri, Rosa Matteucci, Renato Nicolini, Francesca Panza, Gigliola Cinquetti e molti altri.

Presentano: Nicky Nicolai e Edoardo Camurri
Commento musicale: Eddy Palermo
Claudio Damiani
Poesie
Cura e prefazione di Marco Lodoli

Dalla prefazione di Marco Lodoli: "La poesia di Claudio Damiani ha un timbro e una sostanza immediatamente riconoscibili, perché afferra il cuore e perché viene da lontano - dal sempre, direi, se il sempre fosse una categoria letteraria. Una poesia che non divaga e non si distrae in inutili acrobazie stilistiche, che non vuole scandalizzare o sorprendere grattando i nervi, ma che rimane costantemente fedele, persino nella sua metrica, al ritmo profondo dell'esistenza. Il ritmo dei versi è il respiro profondo e ciclico della vita, e le immagini di un uomo nella natura non pretendono di scavalcare un destino comune o peggio ancora di maledirlo in nome di una superiorità intellettuale: qui siamo esattamente dentro il percorso di un'emozione che sa quanto la vita sia breve e sacra.
Una grande compassione lega Damiani alle creature del mondo, non c'è bisogno di andare via dalla propria terra, di moltiplicare incontri ed esperienze per scoprire l'evidenza di una legge naturale, tanto crudele quanto ineludibile.
Amo i libri di Damiani come cose vive, tremanti, generose nella coscienza del limite: confesso di aver talvolta baciato queste pagine come amiche sincere che sul bordo di un addio ci dicono le cose più importanti, con il tono pacato di chi non ha più nulla da nascondere, nulla da abbellire con i fiocchi della letteratura. È una poesia grandissima perché va al cuore del problema, là dove la vita e la morte si guardano negli occhi e si riconoscono come parti del tutto.
Queste poesie non solo ci convincono nella loro distesa purezza, ma per un poco almeno ci rendono migliori, come la grande poesia fa sempre, perché ci mettono in contatto con il centro della vita, vita che si disperde ovunque, che si ammala, soffre e scompare nella storia individuale e collettiva, ma che contiene un nocciolo fermo, fecondo come l'amore".

Claudio Damiani è nato nel 1957 a San Giovanni Rotondo ma vive a Roma dall'infanzia. Ha pubblicato le raccolte poetiche Fraturno (Abete,1987), La mia casa (Pegaso, 1994, Premio Dario Bellezza), La miniera (Fazi, 1997, Premio Metauro), Eroi (Fazi, 2000, Premio Aleramo, Premio Montale, Premio Frascati), Attorno al fuoco (Avagliano, 2006, finalista Premio Viareggio, Premio Mario Luzi, Premio Violani Landi, Premio Unione Scrittori) e Sognando Li Po (Marietti, 2008, Premio Lerici Pea). Ha curato i volumi: Almanacco di Primavera. Arte e poesia (L'Attico Editore, 1992); Orazio, Arte poetica, con interventi di autori contemporanei (Fazi, 1995); Le più belle poesie di Trilussa (Mondadori, 2000). È stato tra i fondatori della rivista letteraria Braci (1980-84). Suoi testi sono stati tradotti in diverse lingue (tra cui principalmente inglese, spagnolo, serbo, sloveno, rumeno) e compaiono in molte antologie italiane (anche scolastiche) e straniere. Collabora con vari giornali tra cui la cronaca di Roma di «Repubblica».


estratto dal testo:


Dal mio piccolo punto di vista
vedo l'universo. Un rettangolino.
Il mio terrazzo. È la notte di maggio calda
e fresca, una brezza mite spira
che mi rinfresca della giornata afosa.
L'universo non credo sia diverso
dal nostro mondo: dopo tanto pensare,
tanto meditare sono convinto non solo
che quel che sta sulla terra sta un po' dovunque nel cielo
ma anche che quello che sta nel cielo
sta un po' qua e là sulla terra.
Allora dico: non ci immaginiamo cose tanto strane
ma guardiamo quello che ci sta vicino,
lasciamoci ferire dalla sua bellezza
e nella sua sapienza riposiamo il cuore.


Hanno detto di Claudio Damiani:

“Claudio Damiani è un poeta che incontra i lettori e frega i critici. Nel senso che ha in sé tanti elementi "riconoscibili" (le ascendenze classiche, petrarchesche, pascoliane, addirittura i prelievi, le citazioni nascoste o pure esibite) che subito ai criticuzzi nostrani vien l'acquolina in bocca e tiran fuori le loro categoriucce per sistemarci la "salma" della sua poesia. Solo che lei è viva. Vivissima. Ultracontemporanea e guizzante tra le insidie e i drammi del nostro tempo come poche altre. Ed è fresca, ragazzina. E quelli restano coi loro catafalchini, coi loro aggeggi e le loro bocche penzoloni... Insomma, quando Claudio in poesia si rivolge ai suoi figli, o quella specie di figli "lontani" che sono i suoi scolari, o tratteggia i luoghi con il nitore profondo del poeta concentrato sul gioco grandioso e drammatico degli equilibri universali, compie nei nostri confronti o meglio nei confronti della nostra possibile pigrizia di lettori uno spaesamento. Come quando ti trovi, ad una cena che ritieni un po' elegante, una ragazza senza trucco. E i lettori di poesia, oggi raramente abituati a donne senza trucco, restano un po' basiti. Sarà bella o è solo uscita in fretta di casa ? E' così per superbia o per umiltà ? O è così perchè è così...” Davide Rondoni


“La sua è una poesia immediata, che coinvolge e commuove e insieme ci fa pensare, e molto spesso ci illumina. Piena di tradizione e insieme semplice, "ragazzina, ultracontemporanea e guizzante tra le insidie e i drammi del nostro tempo come poche altre" (Davide Rondoni).
Sulla soglia del suo "La miniera" Claudio Damiani ha collocato una prosa di diario che si conclude con una versione dei bellissimi e indimenticabili versi di Orazio dedicati alla Fonte Bandusia. La scelta non é casuale. E' una scelta di poetica, o di tono musicale e contenuto. Damiani ha inventato per sè una modulazione tematica che vuole essere di riparo o uno scudo contro l'esistenza metropolitana, feroce, seriale, sadica; di questa invenzione, Orazio, col suo fare discorsivo, ma pure con la sua indubbia elezione stilistica, é il nume tutelare”. Enzo Siciliano, L'Espresso


“L'apparizione de "La miniera" é uno dei pochi avvenimenti importanti. Damiani sembra davvero scrivere e poetare al di là del confine che chiude un'epoca - e l'epoca é , naturalmente, il Novecento, la Modernità. Ma proprio per questo "oltre" da cui parla, la sua voce ha un'autorità che supera i confini della letteratura; senza essere per questo meno poeta, Damiani ci appare, in tutta naturalezza, come un giovane e segreto Maestro; qualcuno che indica una Via. Ho scritto Via con la V maiuscola, come se avessi parlato di Gesù e di Laotze.” Giovanni Mariotti, Il Corriere della Sera


“La poesia di Damiani ha un respiro classico, mai astratto, di assoluta linearità. I sogni e le visioni che affollano "Eroi" dispiegano con naturalezza una lunga tradizione poetica e la fanno nidificare nel cuore del moderno. Nel 1997 "La miniera" rivelò ai più Damiani (classe 1957) come un poeta decisivo della sua generazione, certo il più coraggioso, avendo in quel libro indimenticabile, saputo dare scacco al rischio sentimentale, alla violenza della memoria snervata e nostalgica. "Eroi" ne conferma e rafforza tutte le qualità.
So poco dei poeti d'oggi, solo di tanto in tanto mi capita di leggerne dei versi, qua o là. E così, una decina di anni fa, incappai in una poesia di Claudio Damiani. Da allora quella voce inconfondibile - chiara, calda, saggia, avvolgente, familiare, con una punta di lezio che la salva dal trasformarsi nella voce di un guru - è entrata nella mia vita. Sino a quest'ultima raccolta, Eroi, pubblicata da Fazi. Damiani non si preoccupa di essere moderno, tanto sa bene che è impossibile evitarlo; e non va in cerca di parole preziose e rare; usa quelle di tutti i giorni, mettendole in musica e dando loro un senso puro. Fossi un critico di poesia, vorrei scrivere su Eroi, e sulla raccolta precedente, La Miniera, un saggio bellissimo e intelligentissimo; ma visto che che non lo sono, mi sta bene anche questo poco spazio per dire ai molti, anzi ai "quasi-tutti" che ne ignorano l'esistenza: Leggete Damiani!". Giovanni Mariotti, Il Corriere della Sera


“Uguale emozione ho provato leggendo il libro di Claudio Damiani, poeta romano, appena intitola edito da Fazi. Il volume si intitola "Eroi" e dovrebbe rimanere a lungo tra le mani delle persone che cercano nella letteratura qualche risposta alle mille domande dell'esistenza. Damiani evita ogni fumoso sperimentalismo: come Havel e come i poeti classici, va dritto alla sostanza, tenendo le parole accanto alle cose. C'è una poesia che fa quasi male per quanto è vera: Damiani spiega ai suoi alunni che un giorno tutti dovremo morire, e loro reagiscono con gestacci e proteste, ma poi di colpo accettano: "... e sentii un'unità / anche però, sentii che ciò che più ci accomunava e ci rendeva simili / era non tanto la nascita o le condizioni o l'ambiente / ma questo destino comune, questo futuro identico per tutti. / E anche sentivo che non c'erano differenze / neanche sui tempi, nel senso che uno moriva prima e uno dopo, / ma tutti insieme andavamo incontro alla morte / come tenendoci per mano, cantando / con i capelli profumati, col capo cinto di fiori" Marco Lodoli, La Repubblica


“E' raro leggere un "giovane poeta", ormai. Ci sorprendiamo, perciò, trovandoci tra le mani l'ultimo libro di poesie di Claudio Damiani, Eroi, che Fazi edita proponendo ai lettori uno dei pochi poeti italiani della nuova generazione che valga la pena di leggere. La miniera, il precedente titolo di Damiani, era una summa della sua opera poetica, un testo delicatissimo, ferocemente delicato, che riproponeva, in pieni anni Novanta, l'esperienza di avvicinamento stilistico al nulla di cui maestro era stato un grande dimenticato del decennio precedente, il divino Beppe Salvia. La sapienza metrica e l'apparente ma iperaggressiva inermità di Damiani ci ha sempre convinto: è l'eredità più pura della tradizione italiana secondo la sua declinazione più gelida e più stilisticamente accorta”…
Giuseppe Genna

lunedì 13 settembre 2010

"La ianara" (Adelphi 2010) di Licia Giaquinto ad Avellino



Martedì 14 settembre 2010 alle ore 18,00 nella sala del Circolo della Stampa- Corso Vittorio Emanuele (Palazzo Prefettura) Avellino- sarà presentato il libro di Licia Giaquinto "La ianara", interverrà Generoso Picone, leggerà piccole parti dell'opera Bianca Fenizia. La manifestazione, organizzata dalla libreria Petrozziello, vuole promuovere la buona lettura.




domenica 12 settembre 2010

BRUNETTA o Dell'ignoranza in materia di storia


Il ministro veneto Brunetta ha dichiarato che senza Calabria e Campania (ha fatto salva la Sicilia) l'Italia sarebbe il primo Paese in Europa. Credo dato opinabile questo, comunque. Brunetta dimentica però che quella parte d'Italia che sarebbe la prima senza parte del Sud è anche grazie a quella parte di Sud che ha potuto compiere il suo progresso socio-economico. Nelle città del cosiddetto triangolo industriale calabresi, napoletani, siciliani, sardi ecc. vivevano come vivono ora gli immigrati stranieri. Ciò che si costruiva a Nord veniva poi acquistato da chi poteva anche al Sud, che così era da un lato esportatore di manodopera, dall'altro importatore di merci finite. Come accadeva per le grandi potenze coloniali che avevano all'estero il proprio bacino: da lì importavano le materie prime e lì reimportavano i prodotti lavorati. Il Sud Italia ha fatto da colonia per la madrepatria settentrionale. Certe arretratezze del Sud sono colpa anche di un certo modello di sviluppo che ha avuto il nostro Paese. Sulle colpe di quel modello si sono poi inserite anche le responsabilità dei ceti dirigenti meridionali, e quindi anche - senz'altro - quelle di Bassolino e Rosa Russo Iervolino.
Tutto questo non va dimenticato, se non si fanno solo chiacchiere...

lunedì 6 settembre 2010

Gian Maria Volontè - La classe operaia va in paradiso

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Una attore dimenticato, una questione dimenticata ma sempre più attuale, quella operaia (o del lavoro "salariato")...
vedi una scena da



domenica 5 settembre 2010

Giorgio Bocca da "Italia anno uno"


GIORGIO BOCCA:

"Ecco, io spero almeno questo: che chi legge questo libro, oltre a capire qualcosa dell'Italia di allora [anni Ottanta] e di adesso, si chieda come mai nessuno si mette più in viaggio per il nostro Paese, cercando di raccontare e di far comprendere quello che è sotto gli occhi di tutti e sulle pagine di nessun giornale".

Giorgio Bocca, Prefazione a Italia anno uno. Le campagne senza contadini. Le città senza operai, Biblioteca di Repubblica-L'Espresso, 2010 (prima edizione: Garzanti 1984)


Chiesa e capitalismo selvaggio

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La Chiesa scende sempre più in campo contro questa nuova destra arrogante, razzista e arroccata sui soli propri interessi. Si tratti di Berlusconi o di Sarkozy. E non è solo "Famiglia Cristiana", da tempo ormai covo di "bolscevichi", a prendere posizione, ma anche gli organismi ufficiali. Questa destra ha del tutto gettata la maschera, nella crisi economica causata dai suoi stessi esponenti, quelli della destra finanziaria. La crisi, da loro stessi procurata, diventa l'alibi per politiche antisociali e speculazioni sempre più azzardate.
Qualcuno diceva che il capitalismo non può essere riformato, ma solo abbattuto. Viene il sospetto che costui avesse (ha) ragione.