da "La Sicilia" 9 novembre 2010
«Ferrovie in binario mortosi privilegia il gommato»
Daniele Ditta
Palermo. I numeri sui tagli ai treni a lunga percorrenza da e per la Sicilia sono da capogiro, così come quelli sui posti e i convogli. Aggiungendo la drastica riduzione del servizio di traghettamento, che molti già da ora fanno a piedi, il quadro è completo. A mettere assieme le tessere di questo puzzle è la Fit-Cisl, che ieri ha divulgato un video-denuncia realizzato da 2 passeggeri che hanno percorso la tratta Palermo-Villa San Giovanni, mostrando carenze infrastrutturali, tempi di percorrenza con o senza traghettamento col treno e conseguenti disservizi.
Prima, però, la Fit-Cisl ha fornito i dati di quella che definisce «la politica del disimpegno delle Ferrovie», adombrando il sospetto - come afferma il segretario siciliano, Maurizio Bernava - che ci sia «qualcuno che voglia favorire il business del gommato».
Dai 56 treni a lunga percorrenza del 2005 si passerà - con l'entrata in vigore dell'orario invernale, a partire dal prossimo mese - a 14. Senza dimenticare che lo scorso primo ottobre sono stati tagliati oltre 500 posti sugli stessi convogli. Situazione che si aggraverà con la soppressione delle tratte Agrigento-Roma e Siracusa-Roma dal 13 dicembre. I passeggeri in partenza da queste 2 città saranno costretti a servirsi dei bus per raggiungere Messina e a traghettare a piedi. Proprio l'attraversamento dello Stretto è stato oggetto del video realizzato dal sindacato. Chi si imbarca con la Metromare, rispetto a chi sale sul traghetto col treno, impiega 57 minuti in più. Una vera e propria maratona da Messina Centrale a Messina Marittima: quasi un chilometro di strada a piedi, nessun ascensore o scala mobile, tante scale.
Ancora numeri. Si è passati da 81 carrozze alle attuali 66, da 4.004 posti a 2.760 in tutto. In pochi anni, le navi traghetto sono passate da 6 a 2. Dal 2006 al 2009, hanno attraversato lo Stretto di Messina 5.445 carrozze in meno. In 7 anni, secondo il sindacato, Trenitalia ha dimezzato il proprio organico: da 142 macchinisti si è passati a 64, da 115 capitreno a 63 e da 257 operatori della manutenzione agli attuali 151, con pesanti ricadute sull'indotto.
La Sicilia è ancora indietro sulle infrastrutture ferroviarie: solo 180 km di doppio binario (16%) e 800 km di linea elettrificata su 1.400 km.
«In Sicilia - dice Bernava - i trasporti ferroviari sono "morti" nel silenzio, nell'indifferenza e con la complicità di governo nazionale, regionale, enti locali. Chiediamo al governatore Lombardo di "costringere" le Ferrovie ad un tavolo negoziale col governo nazionale per firmare il contratto di servizio. Abbiamo il sospetto che nel silenzio ci sia qualcuno che preferisca favorire gli affaristi legati al gommato». Sulla stessa scia Mimmo Perrone, segretario regionale Fit-Cisl ferrovie: «La Sicilia deve ribellarsi a questa politica di disimpegno. È necessario usare i Fas e i fondi europei per rilanciare il settore del trasporto ferroviario, in balia delle scelte scellerate di Trenitalia».
Carmelo Lo Monte, capogruppo Mpa alla Camera, ha chiesto le dimissioni dell'amministratore delegato delle Ferrovie, Moretti, o la revoca del suo incarico al ministro del Tesoro: «Ci troviamo di fronte a un atteggiamento irresponsabile, nordista e di fatto secessionista».
09/11/2010
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