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martedì 3 luglio 2012

Orizzonti culturali italo-romeni di luglio

Emil Cioran


A LUGLIO IN ORIZZONTI CULTURALI ITALO-ROMENI
 www.orizzonticulturali.it (n. 7, luglio 2012, anno II)

Edizione italiana

Il 5 giugno 2012 si è spento improvvisamente a Torino il professor Marco Cugno, titolare della cattedra di lingua romena della medesima Università. Insigne studioso della letteratura romena, con all'attivo prestigiose traduzioni (tra le più note, alcune opere di Norman Manea e una monumentale antologia della poesia romena del Novecento), Cugno ha dedicato la sua vita alla promozione della cultura romena in Italia. Pubblichiamo gli interventi in memoriam dei professori Lorenzo Renzi, Smaranda Bratu Elian, Marinella Lőrinczi e del traduttore Mauro Barindi.


La figura del grande pensatore romeno, il suo rapporto con la tradizione filosofica e religiosa, come pure la ricezione della sua operain Italia sono al centro del dialogo tra Ciprian Vălcan e Massimo Carloni, studioso del filosofo di Răşinari. «Di Cioran – rivela Carloni – mi seduce la sincerità con la quale abborda le problematiche della vita. La chiave decisiva per comprendere la sua figura la fornisce lui stesso, riprendendo una formula di Baudelaire: l’orrore e l’estasi della vita, sentiti simultaneamente. Occorre sempre tenere insieme questi due atteggiamenti».

«Credo che la poesia abbia un legame con un forte sentimento dell’inedito. Con la sensazione che tutto sia continuamente nuovo e di un rigore impeccabile. E che io sia contemporanea a tutto ciò e che debba essere lì esattamente dove sono. Sembra una cosa semplice, ma in realtà non lo è». Sono alcuni passaggi della riflessione sul ruolo e sulla posizione della poesia nella vita sviluppata nell'intervista con la poetessa romena Adela Greceanu. Il dialogo è accompagnato da un saggio della sua produzione poetica, nella traduzione di Serafina Pastore.


«Romanzo o libro di racconti? L’interpretazione non è facile. Parliamo di Nostalgia di Mircea Cărtărescu, edito da Voland (edizione integrale, 2012), nella traduzione di Bruno Mazzoni. Il dubbio nasce dalla discontinuità della trama, dall’autonomia delle singole parti in cui il libro si divide, anche se nominalmente si chiamano Prologo, poi, al centro, quella che dà il titolo al libro con un terzetto di ʻraccontiʼ a loro volta autonomi, e quindi l’Epilogo. Come in ogni romanzo che si rispetti. Ma così non è». Queste e altre considerazioni nella recensione firmata da Diego Zandel.

La poesia e il romanzo, il genio e la creatività. Sono alcuni dei temi che tornano nel dialogo tra Roberto Pazzi, scrittore e autore di romanzi tradotti anche in romeno (Mi spiacerà morire per non vederti piùVangelo di Giuda e Conclave) ed Ela Iakab, critico letterario. Nella conversazione, uno spazio speciale va ad Eminescu: «Davvero straordinario – dice Pazzi –, ha la profondità e la forza d’ispirazione di ogni gigante della lirica europea. Le sue poesie mi toccano per il sentimento della morte e del Nulla, per quella straordinaria visione del Nulla e del Tutto che si uniscono in una sola dimensione».

Di Petru Dumitriu, scrittore romeno nato nel 1924 ed emigrato illegalmente in Occidente nel 1960 (quando comincia a scrivere in francese), è uscito il romanzo Il sorriso sardo (tradotto dall’originale francese da Giulio Concu, Edizioni Il Maestrale). Pubblichiamo, per gentile concessione dell’editore, la postfazione di Marinella Lőrinczi a questo libro, ambientato in Sardegna. «Senza pretendere una completa fedeltà geo-etnografica che per la letteratura costituisce un falso obiettivo, l’ambientazione risulta altamente scenografica, arte questa di cui Dumitriu fornisce lezioni magistrali».

Bambini. Nemici del popolo rappresenta il debutto editoriale di Lăcrămioara Stoenescu. Siamo in Romania, in pieno periodo stalinista, con le purghe e gli arresti indiscriminati. La famiglia di Lăcrămioara ha il solo torto di appartenere a una classe sociale borghese, quindi «nemica» del proletariato. L’autrice narra senza patetismi e con lucidità la voragine in cui da un giorno all’altro venne fatta precipitare. Una storia drammatica sul cinismo di un regime bestiale e sulla spirale d’odio e di fanatismo in cui l’uomo viene risucchiato. Presentazione a cura di Mauro Barindi.

Un ritratto di Dora d’Istria, pseudonimo letterario della nota principessa Elena Ghica, nata a Bucarest nel 1828 da una delle più importanti famiglie aristocratiche del tempo. Lo firma Antonio D’Alessandri, autore di un'importante opera su questa figura, di cui vengono riprese le tre questioni maggiori che l'hanno interessata: la dialettica fra religione e politica nei mutamenti che, dopo la Rivoluzione francese, stavano investendo radicalmente la società europea; le questioni nazionali delle popolazioni del Sud-est europeo e la condizione femminile in Europa orientale e occidentale.

Hanibal Stănciulescu recensisce Il racconto della realtà (Edizioni Solfanelli 2012), volume su società e cultura del Mezzogiorno di Antonio Catalfamo, critico letterario e operatore culturale, che dal 2001 coordina l'«Osservatorio permanente sugli studi pavesiani nel mondo». L’autore, che spazia tra Gramsci, Verga, Camilleri e i grandi problemi del Mezzogiorno, adotta un metodo interpretativo che respinge le esagerazioni di un certo strutturalismo imperniato sulla tesi della autosufficienza dell’opera letteraria. Un percorso analitico focalizzato su vari tipi di realismo, dal romanzo poliziesco al verismo.

Il medico-scrittore Emil Petru Raţiu evoca una grande scoperta e un grande scienziato del Novecento. La scoperta, avvenuta nel 1916 in piena guerra mondiale, è quella dell’ormone pancreatico, l’insulina, e lo scopritore è Nicolae Paulescu, allora professore di fisiologia all’Università di Bucarest. Malgrado l’ormone pancreatico fosse già stato isolato e iniettato sin dal 1916, a un cane reso diabetico, dal medico romeno, il Nobel venne assegnato nel 1923 ai canadesi Banting e MacLeod. L’articolo ci presenta questa storia, poco nota ma intrigante per le vicende e vicissitudini che la sottendono.

Con il titolo I disagi del viaggio, presentiamo una selezione di versi del poeta Paolo Polvani. «Il disagio del viaggio – scrive l'autore – è il disagio della solitudine, della marginalità, dei sentimenti d'intolleranza e di odio; sono le situazioni che viviamo ogni giorno, e riguardano tutti, non solo gli emigrati e gli extracomunitari».

Buona lettura!
www.orizzonticulturali.it, rivista registrata in Italia con ISSN 2240-9645

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