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mercoledì 7 settembre 2011

Daniela Frisone recensisce "Indice dei luoghi" su "La Sicilia"



Il «viaggio» letterario di Enzo Rega
  • Martedì 06 Settembre 2011
  • Siracusa,
  • pagina 31

lo scrittore enzo rega
Per scrivere versi ci vuole coraggio. «Coraggio in tempi che non ascoltano, coraggio di scegliere la più ardua delle vie espressive», confessa Enzo Rega a proposito della sua silloge «Indice dei luoghi. Poesie da viaggio (e d'amore)», pubblicata la scorsa primavera per le edizioni Laceno di Avellino. Il poeta, di orgine genovese, vive tra Napoli e Siracusa. Il suo è un curriculum d'eccezione: docente, ricercatore, critico letterario, Enzo Rega collabora con l'Università di Salerno e scrive in riviste di fama nazionale e internazionale, come "Gradiva", "Italian Poetry Review", "L'Indice", "La Mosca di Milano", "La clessidra" e "Sinestesie". Non solo: ha già alle spalle una sfilza di pubblicazioni, tutte di altissimo livello, in veste di poeta, romanziere e saggista. Qui puntiamo lo sguardo sulla sua ultima fatica, il passaggio intimo attraverso i luoghi che hanno destato la sua Musa tra il 1998 e il 2010. «Rega - afferma l'introduzione di Armando Saveriano - si aggira con passione ed intelletto per i viali, le piazze, i meandri della città dell'anima». Attraversa Venezia, Londra, Mosca e arriva fino al cuore della Sicilia, sfiorando Cefalù, Le Madonie e naturalmente Ortigia. Dell'isola racconta: «Allodola ad ali aperte / che sta per spiccare il volo / valva di conchiglia dischiusa / a custodire (svelare) vicoli / i vicoli pieni di vita». E si muove: «per il vicolo dei Cordàri / fune tesa allo Ionio / o per via Amalfitanìa / e il lungomare Alfeo / il golfo, nello sguardo / e giù / giù / fino al Castello Maniace / prua d'antica nave / pronta a salpare / per l'antico mare greco». Il viaggio di Rega oscilla tra tradizione e sperimentalismi. È gioco lirico, come dice il poeta stesso, ma è anche approdo alla realtà. Premessa indispensabile, come indica Pasquale Gerardo Santella, per «il ritorno, la stabilità, il ripiegamento su se stesso, il ritrovarsi». E poi di nuovo il gioco: le parole si incrociano, si attorcigliano. In fondo, dice: «la poesia non è solo sentimento. Per le lacrime c'è il fazzoletto».
Daniela Frisone


06/09/2011

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