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martedì 10 giugno 2008

Marco Mele, pittore del Cinque-Seicento

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UN LIBRO SUL PITTORE MARCO MELE PER CELEBRARE IL
BICENTENARIO DEL COMUNE DI CARBONARA DI NOLA (NA)


L'8 giugno 2008, presso il teatro Parrocchiale di Carbonara di Nola, nell'ambito delle Manifestazioni dedicate al bicentenario della costituzione del Comune (1809-2009), è stato presentato il libro di Angela Sorrentino, Io Marco Mele sono pittore, Loffredo Editore, Napoli 2008. La giovane studiosa ha raccolto nel volume riproduzioni di tutti i quadri pervenutici del pittore seicentesco (la prima pubblicazione comprensiva dunque dell'intera opera dell'artista campano). In più, sono offerti al pubblico per la prima volta gli schizzi e le prove contenute in un taccuino conservato dai discendenti.
Del pittore Marco Mele, un "minore" (con l'accezione tecnica non negativa che ha questo termine, che serve a designare un artista dignitoso che non ha però raggiunto grandissima fama), si sa poco, a cominciare dalla data della nascita, da collocare probabilmente non più tardi del 1570. le opere di cui discute Angela Sorrentino sono: l'Annunciazione della chiesa dell'Annunziata di Carbonara di Nola (opera firmata); l'Immacolata con i santi Francesco e Antonio, chiesa dell S.S. Rosario e Corpo di Cristo di Palma Campania (opera firmata e datata 1593; l'opera fu trafugata nel 1999 e poi parzialmente recuperata: solo un tondo con Madonna e bambino); la Madonna delle Grazie con tre santi vescovi, chiesa dell'Annunziata di Minturno (opera attribuita); l'Apparizione di Cristo e della Madonna a San Francesco, chiesa di Santa Maria la Nova a Napoli del 1601 (opera firmata); la Madonna del Rosario, chiesa di Santa Maria della Libera a Napoli (opera attribuita).
Senza dubbio - come Angela Sorrentino sottolinea - emozionante deve essere stato lavorare sul taccuino, entrando così nel laboratorio creativo dell'artista, ma anche nella sua vita privata perché, come spesso accadeva, tali quaderni contenevano un po' di tutto, dal promemoria all'appunto creativo. E così, in una pagina, compare l'espressione, "Io Marco Mele sono pittore", con la quale l'artista prendeva atto del traguardo comunque raggiunto, al di là della strada ancora da compiere: quello di essere entrato a far parte del mondo artistico e da quello esserne riconosciuto come cittadino a pieno titolo.
La scoperta, o ri-scoperta, o semplice commemorazione di chi non è stato mai dimenticato, che a livello locale si fa dei propri personaggi di rilievo è sempre meritoria. Non solo perché tale ricordo continua a svolgere, nell'epoca della globalizzazione, il ruolo di ribadire l'identità di una comunità, ma anche perché, nello studiare l'attività di un personaggio "locale" siamo costretti con lui a ripercorrere le tappe di un viaggio intellettuale compiuto per affinare la propria arte e la propria vocazione: quali esse siano. Così, Marco Mele è entrato in contatto con l'arte fiamminga quale si praticava nel Viceregno spagnolo in quel tempo. Così, alla fine de Settecento, l'eroe "locale" - e non solo - del vicino paese di Palma Campania (della cui "Università" Carbonara aveva fatto parte prima appunto di essere eretta a comune autonomo), il giacobino Vincenzo Russo si ciberà dell'illuminismo campano e di quello francese (Rousseau specialmente) nonché di riferimenti platonici e aristotelici.
Per dire, il nostro eroe di casa è cittadino del mondo...
[E.R.]
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