Alessandro Manzoni nel famoso ritratto di Francesco Hayez, 1841 |
Questa volta il sciur Bossi ha tirato fuori dal cilindro, pardon dall'elmo vichingo, la trovata dell'Alessandro Manzoni traditore della (presunta) patria (padana), perché ha scritto in italiano anziché in milanese. Con tutto il rispetto per un Carlo Porta, che invece è stato grande scrittore in milanese come, sia consentito ricordarlo, il Belli in romanesco, Manzoni pensava guarda caso a un superamento proprio del "padano" lombardo-veneto per andare verso l'Italia. Non solo traditore è stato per aver scritto in italiano, ma anche per aver pensato italiano...
Al sciur Bossi, forse un po' distratto, vorremmo ricordare che Manzoni non è stato il primo e tanto meno l'unico scrittore settentrionale a scrivere in italiano. Ecco un piccolo pro-memoria (dal quale escludiamo, per non competenza territoriale, la "scuola siciliana"):
Guido Guinizelli (Bologna 1235 - Monselice 1276)
Guido Cavalcanti (Firenze 1258 - 1300)
Dante Alighieri (Firenze 1265 - Ravenna 1321)
Francesco Petrarca (Arezzo 1304 – Arquà 1374)
Giovanni Boccaccio (Certaldo [Firenze] 1313 - 1375)
Ludovico Ariosto (Reggio Emilia 1474 - Ferrara 1533)
Torquato Tasso (Sorrento, ma di origine bergamasca, 1544 - Roma 1595)
Galileo Galilei (Pisa 1564 - Arcetri 1642)
Vittorio Alfieri (Asti 1749 - Firenze 1803)
Vincenzo Monti (Alfonsine [Ravenna] 1754 - Milano 1828)
Cesare Cantù (Brivio [Lecco] 1804 - Milano 1895)
per non parlare dello stesso Carlo Cattaneo (Milano 1801 - Castagnola-Cassarate [Lugano] 1869), padre del federalismo e riferimento dei leghisti, il quale, a quanto ci risulta, è in italiano che ha scritto... pure lui!
In un nostro precedente post
dedicato all'attacco contro gli insegnanti meridionali compiuto sempre dal nostro instancabile sciur Bossi consigliavamo al(ex?) leader della Lega di comprarsi (aggiungiamo ora: a spese del finanziamento pubblico dei partiti, cioè a spese nostre) un bignami di storia per ripassarsi il modo con il quale sono avvenuti l'unità d'Italia e lo sviluppo economico del Nord. Adesso gli consigliamo di comprare, sempre a spese nostre, un bignami di letteratura italiana per verificare, se avrà voglia di leggerlo, quanto gli scrittori padani hanno dato alla letteratura italiana, insieme agli autori terroni...
Buona lettura! Non è mai troppo tardi, come diceva il buon Alberto Manzi che l'italiano ha insegnato a generazioni di italiani non alfabetizzati...
Enzo Rega
(nato a Genova figlio di napoletani, insegnante in Lombardia
- Milano, Brescia e Bergamo - per più di un decennio, sposato in Sicilia)
4 commenti:
esistono ancora i bignami? allora si consigliano tutti i bignamini per il celavevoduro e il trota! buona lettura!
esistono ancora i bignami? allora si consigliano tutti i bignamini per il celavevoduro e il trota! buona lettura!
certo che questa gente legga è utopia, forse conosceranno i libri contabili, non altri...
Una proposta: il divieto di pubblicità in lingua italiana per i prodotti padani. Così sotto il Po non se li compra nessuno.
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