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Solitudine e solidarietà
Saggi su Sartre, Merleau-Ponty, Camus
Con Emanuele Kant, ma anche prima, c’erano degli assiomi intorno ai quali giravano le analisi sull’esistenza. Si partiva dal presupposto che la Storia avesse una sua dinamica che, prescindendo dagli interventi individuali, grazie ad una tensione intrinseca, perseguisse il progresso, pur in presenza di egoismi individuali. C’è un legame tra Storia e Natura così profondo, da far immaginare la Storia come il teatro dove la Natura dispiega tutti i suoi fini. L’uomo, pur libero di esprimere tutta la sua individualità, provoca delle azioni che saranno irretite dalla Storia per delle sue dotazioni istintive, comuni alla Natura, per questo, finiscono per perseguire fini comuni. Con Hegel la faccenda non cambia: la Natura diventa Idea, per cui, nella contrapposizione fra idee individuali, sopravviene una sintesi di superamento che è già essa stessa dinamica, facendosi tesi che si scontrerà con una sua alterità, in un obbligato gioco progressista. Con Kierkegard la faccenda cambia. L’uomo entra nella Storia senza trovare canali obbligati. I fini che egli insegue sono solo possibili e dipendono dalle sue azioni. Può scegliere la strada da intraprendere ma non sarà mai sicuro di raggiungere la meta prefissata. L’uomo quindi è solo e la sua solitudine si appesantisce di una responsabilità drammatica fatta di scelte libere ma insicure negli esiti.
Parte da queste basi il libro di Aniello Montano ordinario di Storia della filosofia nell’Università di Salerno. Si tratta di SOLITUDINE E SOLIDARIETA', saggi su Sartre, Merleau-Ponty e Camus edito da Bibliopolis. Il libro è stato presentato venerdì 28 novembre alla galleria Metart di Ottaviano, in un ambiente dove erano in mostra, ceramiche d’autore di Michela e Enzo Angiuoni. Uno scenario splendido riscaldato da un pubblico appassionato e competente. Gaetano Romano n’è stato curatore attento, ma anche relatore preciso e chiaro di passi significativi di alcune opere dei tre filosofi. Enzo Rega ha spiegato la dinamica che assumeranno le categorie di Solitudine e Responsabilità nella filosofia che da Kant, attraverso Kierkegaard, porterà al fallimento del tentativo che i filosofi atei francesi producono alla ricerca di una via buona per risolvere la drammaticità dell’esistenza umana. Sartre, Merleau-Ponty e Camus tentano ognuno a suo modo, di sottrarre l’uomo al cappio della sua individualità e della sua solitudine. Consapevoli della precarietà dell’esistenza e dell’assenza d’ogni metafisica, le provano tutte per alleggerire la solitudine umana cercando sentieri utili per rapporti collaborativi. Alla fine è intervenuto Aniello Montano che, con la sua parola acutamente semplice, ha tracciato l’itinerario dei vari tentativi che i tre autori hanno eseguito per offrire ad un’umanità alla deriva, una qualche bussola con un possibile punto di riferimento.
Saggi su Sartre, Merleau-Ponty, Camus
Con Emanuele Kant, ma anche prima, c’erano degli assiomi intorno ai quali giravano le analisi sull’esistenza. Si partiva dal presupposto che la Storia avesse una sua dinamica che, prescindendo dagli interventi individuali, grazie ad una tensione intrinseca, perseguisse il progresso, pur in presenza di egoismi individuali. C’è un legame tra Storia e Natura così profondo, da far immaginare la Storia come il teatro dove la Natura dispiega tutti i suoi fini. L’uomo, pur libero di esprimere tutta la sua individualità, provoca delle azioni che saranno irretite dalla Storia per delle sue dotazioni istintive, comuni alla Natura, per questo, finiscono per perseguire fini comuni. Con Hegel la faccenda non cambia: la Natura diventa Idea, per cui, nella contrapposizione fra idee individuali, sopravviene una sintesi di superamento che è già essa stessa dinamica, facendosi tesi che si scontrerà con una sua alterità, in un obbligato gioco progressista. Con Kierkegard la faccenda cambia. L’uomo entra nella Storia senza trovare canali obbligati. I fini che egli insegue sono solo possibili e dipendono dalle sue azioni. Può scegliere la strada da intraprendere ma non sarà mai sicuro di raggiungere la meta prefissata. L’uomo quindi è solo e la sua solitudine si appesantisce di una responsabilità drammatica fatta di scelte libere ma insicure negli esiti.
Parte da queste basi il libro di Aniello Montano ordinario di Storia della filosofia nell’Università di Salerno. Si tratta di SOLITUDINE E SOLIDARIETA', saggi su Sartre, Merleau-Ponty e Camus edito da Bibliopolis. Il libro è stato presentato venerdì 28 novembre alla galleria Metart di Ottaviano, in un ambiente dove erano in mostra, ceramiche d’autore di Michela e Enzo Angiuoni. Uno scenario splendido riscaldato da un pubblico appassionato e competente. Gaetano Romano n’è stato curatore attento, ma anche relatore preciso e chiaro di passi significativi di alcune opere dei tre filosofi. Enzo Rega ha spiegato la dinamica che assumeranno le categorie di Solitudine e Responsabilità nella filosofia che da Kant, attraverso Kierkegaard, porterà al fallimento del tentativo che i filosofi atei francesi producono alla ricerca di una via buona per risolvere la drammaticità dell’esistenza umana. Sartre, Merleau-Ponty e Camus tentano ognuno a suo modo, di sottrarre l’uomo al cappio della sua individualità e della sua solitudine. Consapevoli della precarietà dell’esistenza e dell’assenza d’ogni metafisica, le provano tutte per alleggerire la solitudine umana cercando sentieri utili per rapporti collaborativi. Alla fine è intervenuto Aniello Montano che, con la sua parola acutamente semplice, ha tracciato l’itinerario dei vari tentativi che i tre autori hanno eseguito per offrire ad un’umanità alla deriva, una qualche bussola con un possibile punto di riferimento.
Salvatore Violante
(pubblicato su Il Gazzettino Vesuviano, n. 40 nuova serie, 4 dicembre 2008)
leggi la relazione di Enzo Rega su
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