L’acqua si porta via da sé,
lentamente e inesorabilmente, con la calma che il saggio ha di fronte alla
morte, trascinandosi appresso il sole a placche, a scaglie. Un quatto e pigro
alligatore, appena stordito da un leggero pasto; già la coda scompare alla
prima svolta che un’orda gli tiene dietro nel magnifico silenzio delle auto
rombanti. Alta su tutto, la sfida verticale della Torre di metallo.
Da
tempo Parigi strizzava l’occhio alle nostre stanze di adolescenti, affollate di
speranze e ingombre di libri.
Enzo Rega, Il racconto di Parigi, in "ClanDestino" (1987?)
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