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mercoledì 12 luglio 2017

Nel vesuviano, l'inferno: ma non è il vulcano

Sembra l'effetto di un'eruzione. Ma non lo è. Nei giorni scorsi il Vesuvio e il Monte di Somma sono stati circondati da una cintura di fuoco - da un anillo de fuego. Da Torre del Greco a Ottaviano. Torno torno. Cinque focolai solo sul lato mare. Qui, nell'interno, una nuvola gialla, bassa e compatta a cancellare cielo e Vesuvio alla vista di chi abita in fondo alla piana vesuviana e ai piedi delle colline.


L'effetto - dicevo - è quello di un'eruzione. Ed eccone le tracce. la cenere, anche a chilometri di distanza.




Ma anche il giorno dopo - oggi 12 luglio - a focolai spenti, anche se si sentiva ancora qualche canadair rombare nel cielo, rimane appunto un'atmosfera da day afterAncora oggi clima irreale/surreale nel vesuviano/nolano con la nuvola che dà un tono 'giallo' all'aria mentre ristagna il puzzo di bruciato. E tutto sembra fermo, sospeso...




Non basta tutto quello che è successo con falò probabilmente dolosi. C'è chi tranquillamente continua ad appiccare i propri personali falò! Qui sulle colline dietro Palma Campania. Non si possono individuare i responsabili? Intendo questi responsabili "localizzabili". A Casamarciano ci sono addirittura due vigili urbani a cavallo che raggiungono i focolai in collina e ai responsabili vengono comminate multe da 500 euro. Ai roghi dolosi si aggiungano i tanti focolai di smaltimento di rifiuti "rurali" o di immondizia vera e propria. 
C'è chi, in qualche post di facebook, afferma pure che non bisogna scomodare la criminalità: si tratterebbe solo dei tanti piccoli incendiari che non hanno saputo prevedere gli effetti dei loro atti. Appare alquanto improbabile che non siano dolo e criminalità, almeno per la cintura di fuoco che ha fasciato il Vesuvio.
Così come dolo e criminalità sono chiamati in causa per gli incendi che hanno colpito la Sicilia nel 2016 e nel 2007 (di questi fui testimone anch'io a Cefalù tra le lacrime di residenti e turisti stranieri). Per quello del 2007 intervenne sulle pagine dei giornali anche Vincenzo Consolo: a chi si chiedeva come mai si dava fuoco a boschi pur sapendo che in caso di dolo non si poteva edificare sul suolo bruciato per molti anni, lo scrittore siciliano rispondeva che non tutti i comuni avevano mappe catastali aggiornate in modo da applicare i vincoli; in secondo luogo, laddove non è possibile buttarsi negli appalti dell'edilizia,  la mafia si getta nel business del rimboschimento. Ma ora vincoli temporali sembra siano stati posti anche per la ripiantumazione dei terreni bruciati. Allora? Forse resta un problema di mappatura, in qualche misura, ma certo non nel Parco del Vesuvio. Allora, come per la Sicilia dello scorso anno  quando ci furono attentati anche nei confronti di responsabili della sicurezza del territorio, si può pensare a uno sfregio. A un avvertimento.

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