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giovedì 4 giugno 2009

Meridies: chiude il villaggio preistorico di Nola

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Nola

L’Associazione Meridies comunica, con grande rammarico, che dalla prossima domenica 7 giugno il Villaggio Preistorico di Nola verrà chiuso a tempo indeterminato. Dopo la riapertura dello scorso marzo, quindi, l’importantissimo sito protostorico nolano, la cosiddetta “Pompei della Preistoria”, chiude di nuovo i battenti a causa dell’inondazione dell’area delle capanne, dovuta ad un improvviso innalzamento delle acque di falda. Attualmente le capanne risultano quasi totalmente sommerse nonostante siano in funzione le pompe idrovore istallate dalla G.O.R.I., che hanno tenuto a bada la falda fino a qualche mese fa. Il villaggio sarà riaperto appena la situazione sarà di nuovo sotto controllo. “E’ un periodo davvero nero – ha esordito con amarezza Angelo Amato de Serpis, Presidente di Meridies –, sembra quasi vi sia una maledizione sui beni culturali nolani. Dopo la riapertura dell’area di Croce del Papa a marzo, il villaggio è stato visitato da migliaia di persone, ma abbiamo avuto sempre parecchi problemi dovuti all’innalzamento del livello dell’acqua proveniente dalla falda sottostante al sito. Da qualche giorno però la situazione è diventata incontrollabile. Forse sarà dovuto anche alle piogge degli ultimi giorni, di fatto dall’altro giorno, pur essendo regolarmente in funzione le pompe idrovore, l’acqua è salita sempre più ed ora le capanne sono completamente sommerse. La soprintendenza sta valutando la situazione e gli interventi da poter porre in essere. Da parte nostra non ci resta altro che chiudere il villaggio e vedere ancora una volta i nostri sforzi ed i nostri sacrifici buttati al vento. Davvero è difficile poter andare avanti così tra l’indifferenza dei più. Speriamo solo che la Soprintendenza Archeologica di Napoli e Pompei riesca ad intervenire in modo più incisivo e possa così rendere di nuovo l’area visitabile. Bisogna anche dire che le capanne hanno un urgente bisogno di restauro e consolidamento (oltre ad essere liberate dall’acqua) perché altrimenti rischiamo di perdere definitivamente questo bene archeologico unico al mondo. Abbiamo superato in questi anni mille difficoltà per salvaguarda e rendere fruibile il sito, questa volta davvero dobbiamo gettare la spugna perché il problema è realmente grave e molto più grande delle nostre limitate possibilità. Come Meridies siamo davvero quasi “alla frutta”. C’è una grave emergenza di salvare delle strutture uniche al mondo, speriamo che si riesca a fare qualcosa perché altrimenti rischiamo davvero di perdere una testimonianza eccezionale che potrebbe anche non ripetersi mai più”.

Nola 04.06.2009

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