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domenica 31 luglio 2011

Aiutiamo "L'Indice dei Libri del Mese"


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venerdì 29 luglio 2011

Premio Prata 2011: La Premiazione (articolo di Raffaele Urraro)



Premio Prata: una serata intensa

in una cornice suggestiva



Irpinia: terra di tesori che hanno una sorta di pudore a mostrarsi ma che avvicinati con garbo e delicatezza d’animo, si aprono a una fruizione che affascina e coinvolge.

E uno dei tesori nascosti e curati con amore e un po’ di gelosia è la Basilica Paleocristiana della SS. Annunziata di Prata di Principato Ultra, paese discreto e tranquillo alle porte di Avellino.

È appunto nel cuore della verde Irpinia, nella suggestiva, antica, cornice della Basilica, che Sabato 23 luglio 2011, in un’atmosfera di altri tempi, ricca di fascino e seduzione, si è svolta la cerimonia conclusiva, quella dell’assegnazione dei riconoscimenti, della V Edizione del Premio Prata.

Danza, musica, poesia, mescolandosi a un delicato gioco di luci sapientemente coordinate, si fondevano in un’aria magica e forse un po’ surreale per questi tempi impietosi e penosi. Gli spettatori, e lo si notava in tutta evidenza, erano rapiti da quell’atmosfera coinvolgente e leggera, intensa e raffinata. E quando i poeti premiati (Luigia Sorrentino, Mariagrazia Calandrone, Claudio Damiani, Morten Søndergaard supportato da Bruno Galluccio), si sono arrampicati su per le rampe che conducevano a quella sorta di eccezionale palcoscenico naturale per leggere i loro testi, allora si è capito che stavamo per assistere a un evento straordinario: da lassù infatti le voci dei poeti, le cui ombre venivano accortamente proiettate da un raffinato gioco di luci dai colori di volta in volta più delicati o lievemente più intensi, ci giungevano come da un cielo misterioso, da un rito arcano per avvolgerci dentro un velo di emozioni e di calmo turbamento dell’animo.

Che dire? Davvero roba d’altri tempi, che richiamava alla mente scene che sanno di antico, quelle delle rappresentazioni teatrali all’aperto che si svolgevano nella Grecia antica. E attrice di una di quelle antiche rappresentazioni appariva la poetessa Sorrentino, avvolta in un lungo abito bianco che le donava una sorta di classica ieraticità, mentre la voce fascinosa della Calandrone, intonata a una armonica musicalità, scendeva lieve e penetrante nell’universo emotivo di noi spettatori. A queste suggestioni si aggiunge la voce suadente e piane di Damiani e l’efficacissima recitazione bilingue (danese–italiano) del duo Søndergaard-Galluccio, e il quadro della splendida performance risulta completo.

È ancora possibile, dunque, parlare al cuore degli uomini in nome del senso del bello e del poetico? Evidentemente sì, è possibile. Ed è un bene che lo si faccia. Soprattutto quando finalità puramente estetiche si sposano con altre finalità, come è/era nelle intenzioni degli organizzatori del Premio Prata, che hanno esplicitamente dichiarato che il Premio ha la specifica finalità “di stimolare gli abitanti verso le varie forme di arte, con la grande scommessa di diffondere le bellezze di un comprensorio come l’Irpinia e specialmente con l’obiettivo di valorizzarne i beni culturali”.

Nell’ambito della manifestazione, condotta con misura ed eleganza da Gigi Marzullo e Stefania Marotti, oltre ai poeti di cui si è detto, sono stati premiati anche Giovanni Centrella (Segretario Generale UGL, come ambasciatore della Valle del Sabato), Franco Arminio (per la carriera di scrittore, poeta e paesologo), Alessia Gazzola (per l’Opera prima di narrativa), Piero Mastroberardino (Premio Speciale della Giuria), Enzo Rega (per la Critica letteraria), Rossella Luongo (per opera di narrativa inedita).

La serata è stata rallegrata dal cabarettista Eugenio Corsi e dal Gruppo musicale “Stars in Music”.

In chiusura restano da ricordare, ovviamente, coloro i quali hanno lavorato per l’organizzazione del Premio: Armando Galdo (Vice Presidente del Premio), Alfredo Petrillo (Direttore artistico), e infine Emilia Bersabea Cirillo, Paolo Saggese, Bruno Galluccio e Claudia Iandolo, che hanno fattivamente collaborato alla selezione dei vincitori. Un plauso particolare, ovviamente, va ad Antonietta Guerre, Presidente e vera anima del Premio Prata, figura di primo piano del mondo culturale irpino, che non solo è notoriamente impegnata nell’attività artistica, ma si prodiga con grande ed encomiabile impegno nel lavoro di operatrice culturale.



Raffaele Urraro




domenica 24 luglio 2011

Premio Feronia 2011 per la poesia a G.B. Nazzaro




G. B. NAZZARO
OPERA UNICA
Napoli







PREMIO FERONIA

Città di Fiano

Caro Gian Battista Nazzaro,

sono particolarmente lieto di comunicarLe, anche a nome della nostra Giuria, che a Lei è stato conferito il Premio Letterario “Feronia - città di Fiano” 2011, per la sezione Poesia.

Il Premio Le sarà ufficialmente consegnato sabato 1 ottobre 2011 alle ore 19,30 nel Castello Ducale di Fiano Romano a poca distanza da Roma. Insieme a Lei saranno premiati gli altri vincitori delle sezioni Narrativa, Critica militante e Riconoscimento speciale ad un autore straniero, rispettivamente: Antonio Tabucchi, Luciano Canfora e Titos Patrikios e sarà conferito il riconoscimento all’opera di Rodolfo Wilcock come Autore ritrovato. Durante la cerimonia verranno lette da alcuni dei nostri Giurati le motivazioni che hanno determinato l’elezione dei vincitori. È condizione fissata dallo Statuto del Premio che per ricevere la borsa in denaro i vincitori debbano ritirare personalmente il premio. Accludo qui di seguito alcune notizie sul Premio Feronia.

Il Premio è stato fondato nel 1991 ed è articolato in quattro sezioni: Poesia, Narrativa, Critica militante e Riconoscimento ad un Autore straniero. La Giuria è attualmente composta da: Gianfranco Baruchello, Cecilia Bello (segretaria), Filippo Bettini (presidente), Gianni Borgna, Marcello Carlino, Tullio De Mauro, Franco Falasca, Giuliano Ferilli, Franco Ferrarotti, Ludovico Gatto, Carlo Lizzani, Mario Lunetta, Aldo Mastropasqua, Francesco Muzzioli, Renato Nicolini, Stefano Paladini, Giorgio Patrizi, Lamberto Pignotti, Paola Pitagora, Mario Quattrucci, Fausto Razzi, Jacqueline Risset, Chiara Valentini, Vincenzo Vita. In anni passati hanno fatto parte della Giuria, prima della loro scomparsa, Guido Almansi, Ignazio Ambrogio, Andrea Barbato, Aldo Clementi, Guido Guglielmi ed Amelia Rosselli.

Per evitare una indiscriminata partecipazione di autori, testi e case editrici, il Premio non prevede un bando e fa esplicita richiesta agli editori delle sole opere che, essendo state proposte da almeno uno dei Giurati, abbiano suscitato un reale interesse. Tutte le riunioni della Giuria sono aperte al pubblico per Statuto: il carattere alternativo del Premio, infatti, si fonda sul rifiuto di qualsiasi compromissione con le leggi del mercato editoriale e sull’osservanza, invece, della più completa trasparenza delle modalità e delle ragioni che spingono alla designazione dei finalisti ed all'assegnazione dei premi. Nel caso la Giuria non individui nessun autore o nessuna opera di qualità alta può procedere alla non assegnazione del premio.

Tra le iniziative di diffusione culturale promosse dal Premio Feronia va ricordata la pubblicazione di una scelta di Poesie (Quasar, 1993) del siriano Adonis e dell’israeliano Nathan Zach, il primo libro pubblicato da entrambi in Italia. L’accostamento di questi due autori, rappresentanti di un’area del Mediterraneo Orientale particolarmente tormentata da dissidi politici e religiosi, ha voluto avere non soltanto un significato letterario, ma anche un valore di testimonianza per la causa della pace. In due occasioni, premiando J.M. Coetzee e Gao Xingjian, il Feronia ha anticipato il Premio Nobel.

Nelle passate edizioni sono stati premiati:

1992

Poesia: Luigi Ballerini, Che oror l'orient, Bergamo, Lubrina Editore

Narrativa: Luigi Malerba, Le pietre volanti, Milano, Rizzoli

Critica militante: Roberto Cotroneo

Riconoscimento speciale ad un autore straniero: Gunter Grass (Germania)

1993

Poesia: Edoardo Sanguineti, Senzatitolo, Milano, Feltrinelli

Narrativa: Gaetano delli Santi, Defungi scelere, Napoli, Edizioni Terra del Fuoco

Critica militante: Non assegnato (avendo la Giuria constatato una evidente crisi

della figura del critico militante nella stampa periodica più diffusa)

Riconoscimento ad un autore straniero : Adonis (Alì Ahmad Said, 1930 - Siria) e

Nathan Zach (1930 - Israele) ex aequo

1994

Poesia: Cesare Vivaldi, Poesie scelte 1952-1992, Roma, Newton Compton Editori

Narrativa: Emilio Tadini, La tempesta, Torino, Einaudi

Critica militante: Alberto Arbasino

Riconoscimento speciale ad un autore straniero: LeRoi Jones (USA)

1995

Poesia: Giulia Niccolai, Frisbees, Pasian di Prato (UD),Campanotto, 1994

Narrativa: Non assegnato

Critica militante: Rossana Rossanda

Riconoscimento speciale ad un autore straniero: John M. Coetzee (Sud-Africa)

1996

Poesia: Emilio Villa, 12 Sibyllae, Castelvetro Piacentino, Lombardelli Editore

Narrativa: Michele Perriera, Delirium cordis, Palermo, Sellerio

Critica militante: Curzio Maltese

Riconoscimento speciale ad un Autore straniero: Alfonso Sastre (Spagna)

1997

Poesia: Cesare Ruffato, Etica declive, Lecce, Manni

Narrativa: Gianni Celati, Recita dell’attore Vecchiatto nel teatro di Rio Saliceto,

Milano, Feltrinelli

Critica militante: Bruno Zevi

Riconoscimento speciale ad un autore straniero: Predrag Matvejevic (Bosnia)

1998

Poesia: Elio Pagliarani, La pietà oggettiva. Poesie 1947 - 1997, Roma,

Fondazione Piazzolla

Narrativa: Giancarlo Buzzi, L’impazienza di Rigo, Firenze, Camunia - Giunti

Critica militante: Renato Barilli

Riconoscimento speciale ad un Autore straniero: Michel Butor (Francia)

1999

Poesia: Antonio Maria Pinto, Istoriette, Lecce, Manni

Narrativa: Carla Vasio, Laguna, Torino, Einaudi

Critica militante: Carlo Pasi, La comunicazione crudele. Da Baudelaire a Beckett,

Torino, Bollati Boringhieri

Riconoscimento speciale ad un autore straniero: Ismail Kadaré (Albania)

2000

Poesia: Franco Cavallo, Nuove frammentazioni, Verona, Anterem, 1999

Narrativa: Vincenzo Consolo, Di qua dal faro, Milano, Mondadori, 1999

Critica militante: Stefano Lanuzza, Vita da dandy, Stampa Alternativa, 1999

Riconoscimento speciale ad un Autore straniero: Gao Xingjian (Cina)

2001

Poesia: Mariano Bàino, Pinocchio (moviole), Lecce, Manni, 2000

Narrativa: Piero Sanavio, La felicità della vita, Roma-Lecce, Quasar-Manni, 2000

Critica militante: Gualberto Alvino, Chi ha paura di Antonio Pizzuto?, Firenze,

Polistampa, 2000

Riconoscimento speciale ad un autore straniero: Roberto Fernández Retamar

(Cuba)

2002

Poesia: Paola Campanile, Pignarûl, Venezia, Marsilio, 2001

Narrativa: Felice Piemontese, Dottore in niente, Venezia, Marsilio, 2001

Critica militante: Vittorio Nisticò, Accadeva in Sicilia. Gli anni ruggenti

dell’«Ora» di Palermo, Palermo, Sellerio, 2001

Riconoscimento speciale ad un autore straniero: Mahmud Darwish (Palestina)

2003

Poesia: Luca Maria Patella, Io son dolce sirena, Udine, Campanotto, 2002

Narrativa: Non assegnato

Critica militante: Edoardo Bruno

Riconoscimento speciale ad un Autore straniero: Yvonne Vera (Zimbabwe)

2004

Poesia: Carmine Lubrano, Lengua Amor Osa, Fabio D'Ambrosio Editore

Narrativa: Gianni Toti, I meno lunghi o i più corti racconti del futuremoto,

Fahrenheit 451

Critica militante: Enrico Crispolti

Riconoscimento speciale ad un autore straniero: Dubravka Ugrešić (Croazia)

2005

Poesia: Mario Socrate, Rotulus pugillaris, Manni, Lecce

Narrativa: Non assegnato

Critica militante: Guido Barbieri

Riconoscimento speciale ad un autore straniero: Saadi Yousef (Iraq)

2006

Poesia: Rosa Pierno, Trasversali, Anterem

Narrativa: Roberto Di Marco, La donna che non c’è, Pendragon

Critica militante: Alberto Crespi

Riconoscimento speciale ad un autore straniero: Kunwar Narain (India)

2007

Poesia: Vito Riviello, Livelli di coincidenza, Campanotto

Narrativa: Renzo Rosso, Il gabbiano nero, Azimut

Critica militante: Marino Sinibaldi

Riconoscimento speciale autore straniero: Muhammad Bannis (Marocco)

Premio Fondazione Piazzolla: Giuseppe Guglielmi

2008

Poesia: Alessandra Berardi, Cogli l’ottimo, Alberto Perdisa Editore

Narrativa: Antonio Rezza, Credo in un solo oblio, Bompiani

Critica militante: Massimo Bucchi

Riconoscimento speciale autore straniero: Agota Kristof (Ungheria)

Menzione speciale Critica militante: Giuliana Sgrena, Il prezzo del velo, Feltrinelli

Menzione speciale per la poesia e per la prosa: Edoardo Sanguineti

L’autore ritrovato: Velso Mucci

2009

Poesia: Roberto Roversi, Tre poesie e alcune prose, a cura di Marco Giovenale,

Sossella

Narrativa: Dario Fo, L’apocalisse rimandata ovvero Benvenuta catastrofe!, Guanda

Critica militante: Gillo Dorfles, Conformisti. La morte dell’autenticità, Castelvecchi

Riconoscimento speciale autore straniero: Gemino H. Abad (Filippine)

Menzione speciale per la Critica: Goffredo Petrassi, Scritti e interviste, a cura di

Raffaele Pozzi, Suvini Zerboni

L’autore ritrovato: Ruggero Jacobbi

2010

Poesia: Tomaso Binga, Valore vaginale, Tracce

Narrativa: Flavio Ermini, L’originaria contesa tra l’arco e la vita – Narrazioni del

principio, Moretti & Vitali

Critica militante: Maurizio Cecchetti, Pelle di vetro. Il libro dell’antiarchitettura,

Medusa

Riconoscimento speciale autore straniero: Shahrnush Parsipur (Iran)

L’autore ritrovato: Giacinto Scelsi

Il numero di telefono dell’Associazione Allegorein è: 06 68136374. Altrimenti potrà contattare la segretaria del Premio Feronia, Cecilia Bello: 055 290662 (tel./fax).

Con la speranza di averLe dato una notizia gradita, in attesa di incontrarLa in occasione della cerimonia, Le porgo, di nuovo a nome della Giuria tutta, le più vive e sincere congratulazioni.

Con molta cordialità,

Roma, 8 luglio 2011

Filippo Bettini

Presidente del Premio Feronia



giovedì 21 luglio 2011

Il "compleanno" di Hemingway. Ricordi di un lettore




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Oggi è il “compleanno” di Ernest Miller Hemingway. Il grande scrittore americano nacque il 21 luglio 1899 a Oak Park, un village, ovvero un sobborgo di Chicago, nell’Illinois, per morire, suicida, ormai in preda a una depressione che non gli permetteva più di scrivere, a Ketchum, nell’Idaho. Dopo gli italiani Pavese, Calvino, Sciascia, e dopo Kafka, Dostoevskij e Mann, o forse prima, è stato uno dei primi scrittori stranieri nei quali mi sia imbattuto. Era l’estate del 1973, un caldo agosto che trascorrevo in villeggiatura a Santa Maria di Castellabate, nel Cilento. Avevo appena fatto il quarto ginnasio, concluso senza infamia e senza lode; avevamo in affitto per un mese una appartamento in un vicolo del centro storico, e io passavo le ore in cui non ero al mare, che allora amavo, su un balconcino che ricordo all’ombra, spiando la ragazza dirimpettaia, cui non avrei mai rivolto la parola, e leggendo. Leggevo Isole nella corrente, una trilogia postuma tradotta da Vincenzo Mantovani, credo, e pubblicata negli Oscar: il libro, con la sua copertina a onde azzurre, è ancora negli scaffali della mia biblioteca, nel settore nordamericano, insieme a tutto Hemingway, letto poi a ritroso e in rigorosa sequenza cronologica, a partire da quel libro “marino”. In quello scaffale di libreria mancano solo la raccolta degli articoli giornalistici e quella delle poesie di Hem. Per il resto c’è tutto, anche gli altri libri postumi pubblicati più recentemente. Lessi anche, di lì a poco, sempre negli anni del liceo, la monumentale biografia di Carlos Baker, uscita negli Usa nel 1969 e in Italia nel 1970 (Hemingway era morto in fondo da poco). Quel grosso volume, dalla copertina nera con foto, invece non è presente nella mia biblioteca. Lo trovai, addirittura, nella Biblioteca comunale di Palma Campania, dove andavamo spesso, alla ricerca di sorprese come questa, con l’amico Pino Ionta, ora neuropsichiatra ma sempre attento alle cose della cultura e della letteratura. Lui allora era joyciano e io appunto hemingwayano: ricordo, all’altezza di quegli anni, una sortita in una libreria di Formia dove lui acquistò per l’appunto l’Ulisse di Joyce e io un paio di libri di Hemingway, tutto negli Oscar. E tra il 1976-77, alla radio locale, “Mondoradio”, dove facevamo il programma “Mondocultura”, tenemmo due puntate sui nostri rispettivi eroi letterari.



Ma torniamo a quel balcone cilentano. La copia del libro tradotto da Mantovani era anch’essa uscita in Italia nel 1970: era un quasi fresco di stampa, il volume che tenevo in mano su quel balcone. Le mie domestiche vicende balneari e marine di quell’estate venivano così trasfigurate, come sempre accade, al ritmo della grande letteratura. Il ritmo, questo già avvertivo nelle pagine di Hemingway, seppure in traduzione. Come il ritmo delle onde del mare di Santa Maria in cui mi immergevo realmente, così mi trascinava il ritmo della sua scrittura e rendeva quell’altro andirivieni ondoso. Dal cielo e mare del Cilento a quello tra Florida e Cuba. Le letture continuavano sotto l’ombrellone, tra un bagno e l’altro e gli anti-eroi hemigwayani davano un sapore eroico alle mie immersioni:

dalla barca d’altura di Isole della corrente al mio canotto gonfiabile il passo era breve. Il ritmo: se ne parlava credo nelle pagine dell’antologia critica che gli Oscar premettevano sempre all’opera, così lì dovetti leggere del giudizio di H. D. Lawrence (non posso controllare ora i riferimenti) sulla prosa di Hemingway paragonata all’acqua limpida di un torrente che nel suo scorrere lascia intravedere i ciottoli del fondo. Tutti andavano spulciati quei benemeriti Oscar di una volta: come la tavola sinottica iniziale che, in tre bande parallele, raccontava la vita dell’autore, gli avvenimenti letterari e gli eventi storici. Preziosa fonte di alfabetizzazione culturale per giovani menti assetate. E, in contro-copertina, il ritratto dell’autore. E lì, in un ovale (o tondo?) l’Hemingway barbuto nel grosso maglione marinaro a collo alto.


Prima di quel libro avevo letto delle pagine, folgoranti, tratte da Addio alle armi, inserite nella benemerita, anch’essa, antologia del biennio Best-Sellers del ’900 che Giuseppe Galleno aveva curato per Sansoni nel 1970 (sempre quel fatidico ’70 che è poi l’anno in cui, lasciata Genova, dove sono nato, ero approdato a Palma Campania, nell’estrema provincia di Napoli, incastonata tra quelle di Avellino e Salerno). Dopo sarei stato nella Parigi e nella Pamplona di Fiesta (e poi di nuovo a Parigi con Festa mobile, ambedue riletti negli anni Novanta per scriverne su “Bergamo-Oggi”, nella città orobica dove a lungo ho poi vissuto), nella Spagna di Morte nel pomeriggio e Per chi suona la campana, nel continente nero di Verdi colline d’Africa, nella disseminazione topografica dei Quarantanove racconti, sulla barca con Il vecchio e il mare, nella Venezia di Di là dal fiume e tra gli alberi, e quant’altro…


Da quel balcone affacciato sul fresco vicolo del borgo marinaro (ma la casa alle spalle era caldissima) il ragazzo quindicenne aveva cominciato il viaggio nel mondo e nei libri che del mondo parlano.



Enzo Rega

Siracusa (nella strada in cui è nato Elio Vittorini), 21 luglio 2011