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Affinché la tecnica sia davvero mezzo e non fine

sabato 25 agosto 2018

Cesare Pavese, da "Il diavolo sulle colline", 1948



“Eravamo molto giovani. Credo che in quell’ anno non dormissi mai. Ma avevo un amico che dormiva meno ancora di me, e certe mattine lo si vedeva già passeggiare davanti alla Stazione nell’ ora che arrivano e partono i primi treni.”

      Il diavolo sulle colline- Cesare Pavese

giovedì 23 agosto 2018

Pavese: da "La bella estate", 1940







« A quei tempi era sempre festa. Bastava uscire di casa e attraversare la strada, per diventare come matte, e tutto era bello, specialmente di notte, che tornando stanche morte speravano ancora che succedesse qualcosa, che scoppiasse un incendio, che in casa nascesse un bambino, o magari venisse giorno all'improvviso e tutta la gente uscisse in strada e si potesse continuare a camminare fino ai prati e fin dietro le colline... »



venerdì 10 agosto 2018

Patria, a partire da una frase di Nagib Mahfuz


"La Patria di un uomo non è il luogo dov'è nato, ma quello dove cessano i suoi tentativi di fuggire".
(Nagib Mahfuz)

Lo scrittore egiziano premio Nobel NAGIB MAHFUZ (1911-2006)




Per fortuna c'è chi non ha bisogno di fuggire. Ma tanti italiani sono dovuti fuggire e stanno fuggendo. Cercano anche loro altre patrie altrove, o una vera patria. Che può essere anche quella in cui siamo nati, se "ci accoglie" e non ci respinge, noi "nativi". Io, come Maalouf - mi si perdoni di citare un grande autore arabo - preferisco parlare di Origini più che di Radici. Le radici possono indicare immobilità anche mentale. Le origini sono come quelle di un fiume che sorge e va arricchendosi delle tante acque di affluenti che vi confluiscono pur sorti altrove. O, come dice un altro poeta, "sono un albero con le radici nel cielo". O qualcun altro parla di identità multiple. Cosi, io sono "italiano", e sono contento di esserlo - contento, non c'è bisogno di essere fieri. E sono nato a Genova figlio di napoletani e sono tornato a Napoli dove mi sono laureato, e poi ho insegnato in Lombardia, e poi sono tornato in Campania, e poi mi sono sposato in Sicilia. E sono stato fidanzato con una tedesca, una bergamasca, una calabrese e una nigeriana. E sono genovese, napoletano, lombardo, siciliano. Ma sono anche osco, greco, latino, probabilmente ebreo e arabo e spagnolo. Fiero di essere meticcio. Come  tutti sono meticci: vogliamo fare la prova del DNA? Scriveva Dedalus di Joyce, a proposito della propria patria: Dublino, Irlanda, Europa, Terra, Via Lattea. Siamo tutti figli delle stelle, e del caso. E Mahfuz è scrittore della mia Patria, come Thomas Mann e Annamaria Ortese.


ps. C'è un bel libro di Jenny Erpenbeck, Voci del verbo andare (Sellerio editore), che focalizza bene questa fuga in cerca di patria, dall'Italia alla Germania e da un luogo all'altro della Germania, dei tanti migranti di oggi.

Voci del verbo andare