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martedì 24 marzo 2009

Filosofia e "realtà": brevissima considerazione

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Nel Post precedente parlavo di un rapporto pacifico tra filosofia e “realtà”. Era una considerazione sbrigativa, con la quale non si voleva arrivare assolutamente a un banale “realismo”, per cui immediatamente nella nostra conoscenza si attingano le cose nel loro effettivo essere. Questione troppo vecchia e complessa, questa, per risolverla in un attimo. Mi è venuta questa considerazione leggendo ieri sera un passo da Corpo celeste di Anna Maria Ortese, il cui problema esistenziale è stato il rapporto con la realtà. Ma chi non ha questo problema?

[E.R.]


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Credo che solo alcuni,pochi per la verità, non accettino l'esistente pur vivendo in questa realtà. Sono gli scrittori, che ne costruiscono un altro di mondo, i poeti, i folli.
Per quanto riguarda il rapporto con le nuove tecnologie, leggevo in un saggio che esse promuovono competenze ma non conoscenza.Mi sembra una considerazione molto interessante.
Rosaria

Enzo Rega ha detto...

Sì, penso sia vero. Dico riguardo alle nuove tecnologie che promuovono competenze ma non nuove conoscenze. Certo è da capire cosa succede nella nostra testa e come eventualmente il modo stesso di acquisire conoscenze venga eventualmente modificato. La tecnica - come sempre - va pilotata, andrebbe "usata"...