Il Giornalista Giuseppe Buonfiglio propone una nuova lettura della storia del Vallo di Lauro
Martedì 9 agosto 2011 alle 18,30 presso la suggestiva Chiesa della Congrega dell’Assunta, a Taurano, la pro Loco-Taurano presenterà il libro “L’Antica terra di Lauro tra leggenda e storia” del giornalista Giuseppe Buonfiglio.
Da una ricerca accurata dell’autore su documenti anche inediti, il libro ripercorre la storia del Vallo di Lauro dalla preistoria ad oggi, dando una inedita ricostruzione dei principali fatti avvenuti.
Si tratta di una ricerca di forte valenza in cui si testimonia il legame profondo, che unisce l’autore all’Antica Terra di Lauro.
Di questo nuovo saggio, proponiamo una riflessione del critico prof. Angelo Calabrese:
‹‹ Il vallo di Lauro ha il suo cantore, un ricercatore appassionato, che coniuga l’acume delle ragioni specialistiche all’amore per la sua terra, le cui comunità vengono configurate nella loro struttura culturale e in quelle altre essenziali alla conoscenza che la storia ufficiale assorbe, smemorata degli uomini e dei fatti, che pure hanno contribuito a farla esistere. Giuseppe Buonfiglio è vocato all’interpretazione delle vicende delle genti del Vallo. Il suo rigore appare chiaro ed ammirevole a chi apprezza il valore etnostorico del suo enorme lavoro che, tra l’altro, ha il dono della immediatezza valida per la comunicazione, che consente ai suoi diretti referenti di ritrovarsi e conoscersi in dignità di eredi.
La sua opera più recente, frutto di oltre un trentennio di assidua documentazione e di illuminante qualità interpretativa, è testimoniata dal corposo volume: “L’antica terra di Lauro tra leggenda e storia” che nel sottotitolo, specifica l’attenzione agli uomini quotidiani, alle loro umili storie, agli eventi dei giorni feriali e festivi, senza dei quali non ha senso la grande storia che emerge su più vasto panorama e verso più ampi orizzonti.
All’attuale approdo Giuseppe Buonfiglio è giunto attraverso altri preziosi volumi quali: “Taurano: i luoghi dello spirito”; il “Catalogo delle Cinquecentine nel Convento di San Giovanni in Palco”, e quelle pagine puntuali ed argute relative alle storie e alle memorie del Vallo di Lauro, racchiuse ne “Il desiderio e la regola”, emblematico a chiarire cosa significasse vivere coraggiosamente in una terra d’uomini di buona volontà. Il loro esodo, con l’amarezza degli emigranti che cercavano altrove fortuna, è magnificamente narrato nel prezioso “Fore Regno” dove si colgono anche le pieghe psicologiche, oltre alla valutazione delle necessità che imponevano dure soluzioni di separazione dalle zolle del lavoro duro in cui si era esercitata la pietas di antiche generazioni.
La musa di Buonfiglio si è fatta più soave, approfondendo le origini leggendarie del Vallo che confluiscono nella organizzazione imposta dai conquistatori romani.
Con analisi compiutamente documentata l’autore affronta le eredità longobarde, normanne e sveve, testimoniate nelle terre del Vallo che transitano per secoli bui, scelte rivoluzionarie, o reazionarie, in quei tempi di disagi e disastri che sono comuni al Mezzogiorno preunitario. Affronta poi le tematiche relative all’Unità d’Italia e con ammirevole imparzialità, annota le speranze e le delusioni che si sono alternate nelle esperienze di fine Ottocento, nuovo secolo, guerre mondiali, fascismo, fino alle svolte epocali in atto, fino al tempo dell’incertezza che ci propone il mondo sempre più complesso e impredicibile.
Mi tocca ribadire che la scrittura eletta a misura di cultura, quella senza equivoci, intesa come spazio che comunica, è apprezzabile per la dignità ignota alla supponenza di tanti che s’improvvisano scrittori, specialmente di microstorie. Quella di Buonfiglio è umanità millenaria riscattata alla Storia e pertanto preziosa quando la smemoratezza estende il suo dominio ove si nega alla Storia la giusta considerazione. Non mancano gli studiosi; sono disinteressati gli eredi di processi che, solo se conosciuti, restituiscono dignità a chi non si è attenuto neppure ai toponimi che quotidianamente risuonano nel linguaggio comune. Ribadisco che la narrazione storica è perfettamente rispettata, anche nelle sue pieghe minime, ma sono veramente stupefacenti le note che accompagnano il narrato. Chiariscono appieno, e con la debita competenza, risvolti e dotte precisazioni, i sentieri che tutti convergono alla realtà del Vallo. Siamo di fronte ad un opera d’alto merito e di propositivi valori. Buonfiglio è un osservatore di qualità, coglie nessi illuminanti e dice amore di patria e terra natia. Era una volta quella che la civiltà contadina sapeva assaggiare: si masticava infatti la buona terra; la si riconosceva dall’humus. Era la grande Madre che ha conosciuto nel tempo case vuote d’anime, in disuso. Oppure erano proprio quelle edificate, pietra su pietra da chi non conosceva la pigrizia, da chi apprendeva dai ritmi delle stagioni e insegnava a cogliere le tracce della bava che resta oltre il tempo che passa
(Angelo Calabrese)
Mariateresa Buonfiglio
Responsabile rapporti Stampa Periodico “Il Vallo”
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