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venerdì 20 settembre 2013

NOLA: "L'epifania del fuoco", incontro con Giulio Sforza e Enzo Rega



ASSOCIAZIONE NOLANA
GIORDANO BRUNO

L'EPIFANIA DEL FUOCO
DIALOGHI SU D'ANNUNZIO E BRUNO

CON GIULIO SFORZA
PARTECIPA  ENZO REGA

domenica 22 settembre ore 11,00
sagrato della Chiesa SS. Trinità
Castel Cicala
NOLA

lunedì 16 settembre 2013

Palma Campania: manifestazione per i bambini dell'oncologia pediatrica del 1° Policlinico di napoli


Sorridi alla vita
Associazione di volontariato
"Martina Santella"

incontro martedì 17 settembre 0re 19,00
sala comunale
PALMA CAMPANIA
(Napoli)

relazione prof.ssa Tullia Saccheri
Università di Salerno

interventi:
prof. Francantonio Santella
ISIS "Rosmini" - Palma Campania (NA)

prof.ssa Antonietta Meo
IIS "Prever" - Pinerolo (TO)

modera:
prof. Pasquale Gerardo Santella


lunedì 9 settembre 2013

Iacona, "presa diretta" sulla camorra al Nord



Stasera, come al solito, grande puntata di Riccardo Iacona sulla Rai: la penetrazione al Nord della camorra che approfitta della crisi, della indisponibilità delle banche a sostenere gli imprenditori onesti, e, al contrario, della disponibilità delle banche a garantirsi liquidità senza preoccuparsi della provenienza del denaro. La camorra che si fa garante a sua volta delle procedure per evadere il fisco a cui sono costretti anche gli imprenditori onesti. Come ha detto Saviano in trasmissione, sta avvenendo una selezione nella quale sono gli imprenditori onesti a cadere, mentre sopravvivono quelli disonesti. Questi sono i veri problemi del Paese, mentre la politica deve preoccuparsi di un grande evasore che non vuole lasciare la scena, parte in difesa (un partito arroccato intorno ai problemi privati del suo leader) e parte contro: in uno stallo pericoloso per l'Italia.
E' questo il giornalismo di cui abbiamo bisogno: quello che ci parla dei fatti del Paese e non delle chiacchiere di certa politica. Questa è vera politica.

Sgarbi, Berlusconi, il prof. di Saluzzo e le minorenni

In un programma de La 7, mi sembra, Sgarbi, pur condannando l'operato politico di Berlusconi, lo difendeva sul piano umano, nel senso che all'ex premier si rimprovera, con conseguente intervento giudiziario, ciò che si concede ai comuni cittadini. Chi si preoccupa - diceva, o meglio, urlava, più o meno, il suddetto - dei tanti che vanno con prostitute minorenni? Perché invece questo accanimento nei confronti di Berlusconi? Innanzitutto, chi ci dice che non si faccia nulla nei confronti di chi approfitta - da "consumatore" - della prostituzione minorile? E' poi vera questa affermazione? In secondo luogo, Berlusconi non è un un comune cittadino, e a lui si chiede un comportamento consono al ruolo. Nel caso di Berlusconi non si è trattato nemmeno di uno sporadico, seppur frequente, ricorso alle attenzioni e cure di giovani donne di vita. Il cavaliere di Arcore ha creato un sistema, nel quale ricorreva a personaggi di non dubbia, ma certa fama, per procacciarsi schiere di giovani donzelle. Perché chi lo difende, e chi lo vota, non riesce a focalizzare questa semplice e chiara verità. Ci sono fior di testimonianze e di intercettazioni chiare, per cui è un po' difficile mettere in dubbio la "professione" delle giovani ospiti del cavaliere. La Santanché ha voglia di dire che non si può essere chiamate "puttane" solo perché si partecipa a queste "serate eleganti": anche lei ci andava, dunque - diceva la pitonessa - si chiami così anche lei. Se proprio ci tiene, lo possiamo fare... Ma non è questo il problema da cui eravamo partiti. Era il diverso trattamento, tra Berlusconi e il comune cittadino rispetto ai rapporti con minorenni. Beh, potremmo far presente all'illustre prof. Sgarbi che il suo ragionamento, comunque sbagliato (B. non è un comune cittadino), non  sta in piedi. Ha sentito, Sgarbi, cosa sta succedendo al prof. di Saluzzo, del quale sono state scoperte le frequentazioni con alunne minorenni? Il prof. di Saluzzo non è Berlusconi, non ha messo su un sistema (anche se c'è, sembra una recidiva frequente), eppure sta avendo il suo po' po' di guai giudiziari e mediatici.
Prof. Sgarbi, guardi un po' alle cose che succedono e non segua solo il vuoto che al riguardo ha in testa, e che per di più ci urla sulle nostre, di teste.

sabato 7 settembre 2013

Le stelle erranti di Jean-Marie Le Clézio



Atrocità ad un incrocio: ebrei e palestinesi in "Stella errante" di Jean-Marie G. Le Clézio

Inizia giusto settanta anni fa la storia raccontata dal premio Nobel Jean-Marie G. Le Clézio nel romanzo Stella errante (1992; tr. it. il Saggiatore, 2010). Siamo nell'estate del 1943, a Saint_Martin -Vésubie, sulle montagne dell'entroterra nizzardo, durante l'occupazione italiana. Un'occupazione meno feroce di quella tedesca, se la comunità ebraica riesce, nonostante alcuni soprusi a sopravvivere decentemente. Sarà dopo l'8 settembre, in seguito all'armistizio che costringe le truppe italiane al ritiro, che gli ebrei, per sfuggire ai tedeschi che rimpiazzeranno gli italiani, a fuggire. Cosi, Esther-Hélène (adolescente dal doppio nome: il secondo di copertura rispetto al primo di chiara impronta ebraica), dovrà, insieme alla madre, separarsi dal padre, che aiuta altri profughi a fuggire: ma sarà preso dai nazisti e giustiziato. Nella rocambolesca fuga, prima lungo i valichi alpini verso l'Italia (che viene vista come terra della salvezza), poi su una nave, ugualmente italiana, diretta verso la terra promessa, a Israele, Esther segue un processo di riappropriazione della propria identità ebraica e della religione degli avi. Infatti, il padre, comunista e laico, l'aveva tenuta al di fuori della comunità. Nel comune pericolo, la giovane riscopre le proprie radici e il senso di appartenenza. Senso di appartenenza che, nel grande romanzo di Le Clézio, non comporta il disconoscimento delle altrui appartenenze e delle altrui sofferenze. Nel cammino verso la propria nuova residenza in Israele, la comitiva di Esther incrocia una carovana di palestinesi scacciati dalle proprie case per far posto ai nuovi arrivati. S'incrociano qui i destini tragici di due popoli. Dal convoglio palestinese si stacca una giovane araba che si avvicina a Esther porgendole un proprio quaderno - queu vecchi quaderni dalla copertina nera, su cui, in caratteri latini, ha scritto il proprio nome: Nejma. E chiede alla coetanea ebrea di scrivere a sua volta il proprio nome. Dopo questo incontro, il romanzo segue le vicende della comunità palestinese, costretta a vivere in un terribile campo profughi, tra fame e malattie che prima falcidiano vecchi e bambini: la peste poi porterà via tutti senza distinzione d'età. Il romanzo poi tornerà a seguire le vicende di Esther, con la sua nostalgia per un tempo andato e con il ritorno a Nizza e a Saint-Martin alla ricerca del passato e delle tracce del padre scomparso. Riconoscerà i luoghi della sua infanzia e quelli nei quali il padre ha perso la vita. La storia arriva fino al 1982, anno della morte della madre, le cui ceneri Esther disperderà in mare, rievocando i luoghi che hanno visto la storia d'amore dei genitori: l'Italia, in particolare, con il nome di Amantea, in Calabria, forse per l'assonanza stessa con "amanti" e "amore".
Nell'incrocio delle due carovane - ebrei e palestinesi - sta il senso di questo libro, benché poi esso segua più le vicende di Esther che di Nejma. Una tragedia non nega l'altra; una tragedia non assolve l'altra. Il riscatto degli ebrei che ritrovano una patria - Israele - avviene a discapito di un altro popolo, che la perde. Il fatto che la focalizzazione ritorni su Esther significa anche che la nuova ingiustizia perpetrata ora dalle vecchie vittime - gli ebrei - non cancella la portata di quella subita a opera dei nazisti. Nello stesso tempo, il fatto che gli ebrei abbiamo subito atrocità nel passato non toglie nulla alle atrocità ora subite dai palestinesi.
Senza dare giudizi, Le Clézio ci pone, con il suo sguardo dolente, di fronte all'incrocio di due atrocità, di due ingiuistizie, tra le tante, della storia.
Stella errante - anche in relazione al simbolo (la stella di David) del proprio popolo - è Esther (e questo, stella, è anche il significato del suo nome). Stella errante è anche Nejma (che, in arabo, significa ugualmente stella); è anche il suo popolo.

Nizza, agosto 2013

lunedì 2 settembre 2013

Daniela Frisone: "Lo scoglio imperfetto"



Visita la pagina del libro di 
Daniela Frisone
Lo scoglio imperfetto
ilmiolibro.it

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http://reader.ilmiolibro.kataweb.it/v/1018203/Lo_scoglio_imperfetto

L'Isola è lo scoglio imperfetto. Un luogo dove è piu' facile credere alle leggende che alla verità. Un ''postuzzo'' sul mare, un cumulo di case casette, gente bigotta che è abituata da secoli a condannare le diversità. I modelli di riferimento? Verga, Tomasi di Lampedusa, Bufalino ci stanno tutti, e poco male Camilleri. Siamo nel 2007, dentro a una piccola storia da periferia del mondo, in cui si affaccia una generazione nuova, una seppur timida svolta che scuote la mangiatoia dei cliché siciliani.